giovedì 11 Settembre 2025
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Aosta

Ozmo ad Aosta: Street Art e Storia Millenaria

Ad Aosta, un’opera murale di Ozmo, l’artista toscano Gionata Gesi, pioniero della street art italiana, rianima un frammento di storia millenaria, un ponte tra il presente e un passato preistorico profondamente radicato nel territorio.
L’intervento artistico, inaugurato recentemente in corso Saint Martin de Corléans, si erge sulla parete della scuola Cerlogne, in prossimità dell’area megalitica che custodisce i segreti di civiltà scomparse.
Al centro dell’opera si staglia la Stele 3 Sud, un reperto archeologico risalente al terzo millennio a.

C.
– ora esposta al MegaMuseo – che incarna una figura antropomorfa solenne e ieratica.
La stele, con il suo diadema regale, il corpetto finemente decorato, le braccia dettagliatamente modellate con cinque dita e le vesti che ne avvolgono la figura, rappresenta un’icona di potere e spiritualità.

L’approccio di Ozmo non è una mera riproduzione, ma una reinterpretazione poetica e concettuale.
Attraverso un processo innovativo che integra l’intelligenza artificiale, l’artista ha restaurato virtualmente la stele, restituendole una freschezza e una vividezza che il tempo aveva eroso.
L’immagine finale evoca l’atto stesso della sua creazione, come se fosse stata appena scolpita nella roccia, preservata in una sorta di limbo temporale.

L’opera mira a riappropriarsi della dimensione sacra e eroica originaria del manufatto, trascendendo la mera funzione di testimonianza materiale.

È un tentativo di riannodare fili perduti, di far risuonare nell’animo contemporaneo le eco di un passato remoto, di creare un dialogo profondo tra le giovani generazioni e le loro radici ancestrali.

Come afferma l’artista, l’opera non è un’analisi scientifica, ma una riflessione poetica, un’immersione sensoriale nel mondo dei nostri predecessori.

L’intervento si inserisce in un più ampio progetto promosso dal Comune di Aosta, in vista di Aostae 2025, le celebrazioni per il 2050° anniversario della fondazione della città.

Un percorso che ambisce a trasformare lo spazio urbano in un palcoscenico di memoria collettiva, un luogo di incontro tra arte contemporanea e patrimonio storico.
Precedentemente, il 2 settembre era stata inaugurata un’altra opera – raffigurante Giano Bifronte – che testimonia l’impegno della città a valorizzare il suo retaggio culturale in chiave innovativa e accessibile.

Il murale di Ozmo, dunque, si configura come un tassello fondamentale di questa ambiziosa operazione di riappropriazione identitaria e di dialogo intergenerazionale.

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