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PAC a rischio: la Camera difende l’agricoltura europea.

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La recente approvazione alla Camera dei Deputati di una mozione presentata dal deputato Franco Manes, con il sostegno delle rappresentanze delle minoranze linguistiche, solleva un dibattito cruciale: la salvaguardia della Politica Agricola Comune (PAC) come pilastro di un’Europa coesa e proiettata verso il futuro.
La mozione, frutto di un’attenta analisi delle dinamiche in atto, si pone come argine a un potenziale ridimensionamento che, se attuato, rischierebbe di compromettere la sostenibilità stessa del tessuto agricolo europeo.
Le preoccupazioni che emergono non riguardano unicamente la potenziale riduzione delle risorse dedicate all’agricoltura, una tematica già di per sé rilevante, ma si estendono a proposte strutturali che ne alterebbero profondamente la natura.

L’idea di aggregare i finanziamenti in un unico fondo, condiviso con quelli destinati alla coesione, e la prospettiva di uniformare le risorse europee in un piano nazionale unico, comprimendo l’autonomia e la specificità dei fondi agricoli, configurano un rischio sistemico.

Questa convergenza di risorse, pur apparentemente razionale in termini di semplificazione amministrativa, nasconde la potenziale perdita della dimensione comunitaria che da sempre caratterizza la PAC.
Un approccio uniformato rischierebbe di generare ventisette modelli nazionali divergenti, annullando gli effetti compensativi che la PAC ha storicamente garantito ai territori più marginali e fragili, dove l’agricoltura non è solo una questione economica, ma un elemento imprescindibile per la sopravvivenza delle comunità e la conservazione del paesaggio.
La difesa delle piccole aziende agroalimentari, in particolare quelle situate in aree montane, assume un’importanza strategica.
Queste realtà non sono semplici produttori di beni alimentari, ma custodi di un patrimonio culturale e ambientale inestimabile.
La loro attività contribuisce alla preservazione delle tradizioni locali, alla tutela della biodiversità e alla valorizzazione del paesaggio, con ricadute positive anche in termini di turismo e sviluppo sostenibile.

Abbandonare queste aziende significherebbe compromettere la resilienza del sistema agricolo europeo e impoverire il nostro patrimonio culturale e ambientale.
L’approvazione della mozione con un ampio consenso (262 voti favorevoli, 4 astensioni e soli 2 contrari) testimonia la sensibilità del Parlamento verso queste tematiche e l’urgenza di un ripensamento delle politiche agricole europee.

Si tratta di un segnale importante per i territori marginali e per le comunità agricole che vedono nella PAC un elemento fondamentale per la loro sopravvivenza e per la salvaguardia del loro identità.
La sfida ora è tradurre questo consenso in azioni concrete, contrastando le tendenze che rischiano di smantellare il pilastro europeo dell’agricoltura e promuovendo un modello agricolo più equo, sostenibile e attento alle specificità dei territori.
La PAC del futuro deve essere un motore di sviluppo per tutte le regioni europee, garantendo al contempo la tutela del nostro patrimonio culturale, ambientale e gastronomico.

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