La visita ispettiva presso la casa circondariale di Brissogne, programmata per accertare le condizioni di vita e operatività all’interno della struttura, ha subito un’inattesa interruzione a causa di un gesto di protesta da parte di un detenuto.
L’evento, che ha imposto l’adozione di misure di sicurezza improrogabili, ha impedito l’accesso fisico alla struttura, limitando l’incontro a un colloquio con il comandante reggente della polizia penitenziaria.
A comunicare l’accaduto è la senatrice del Movimento Cinque Stelle, Elisa Pirro, affiancata dalla consigliera regionale Erika Guichardaz, in una conferenza stampa tenutasi ad Aosta.
La protesta, iniziata nel pomeriggio intorno alle 13:30, ha visto il detenuto manifestare il suo dissenso arrampicandosi lungo una parete interna, rendendo inaccessibile l’area.
I tentativi di mediazione per favorire una risoluzione pacifica sono, al momento, risultati infruttuosi.
L’ispezione era stata concepita per affrontare un quadro di criticità preesistenti, che spaziano dalla sottodimensionamento del personale alla carenza di risorse essenziali, fino a problematiche di igiene e decoro che si manifestano con l’accumulo di rifiuti all’esterno del carcere.
Il dialogo con il comandante reggente, sostituto f.
f.
della direttrice assente per impegni istituzionali, ha messo in luce una situazione di profonda sofferenza nel corpo di polizia penitenziaria.
La carenza di personale si rivela cronica e generalizzata, non limitandosi alla sola componente amministrativa, dove operano solo sei unità su un organico previsto di sedici, ma estendendosi al personale di controllo e vigilanza.
Tale carenza si traduce in un carico di lavoro eccessivo, alimentato da un numero elevatissimo di ore di straordinario che erodono il diritto al riposo e compromettono la salute degli agenti.
In risposta alle segnalazioni, il comandante ha garantito un piano di ferie estivo che prevede per tutto il personale tre settimane consecutive di riposo, un tentativo di mitigare, seppur parzialmente, il disagio accumulato.
La situazione pone interrogativi urgenti sulla sostenibilità del sistema penitenziario valdostano e sulla necessità di interventi mirati per garantire la sicurezza dei detenuti, il benessere del personale e il rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione.
La protesta del detenuto, sebbene inattesa, solleva un campanello d’allarme che non può essere ignorato.