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venerdì 21 Novembre 2025

Ricorso contro Testolin e Bertschy: la Regione in bilico.

La formazione di governo regionale è avvolta da una disputa legale complessa, che solleva interrogativi fondamentali sulla corretta applicazione della legge regionale 21/2007 concernente i limiti di cumulabilità dei mandati.
L’alleanza Verdi e Sinistra (Avs) si appresta a impugnare le elezioni a Presidente e Vicepresidente della Regione, Renzo Testolin e Luigi Bertschy, rispettivamente, in un atto giudiziario che potrebbe ridisegnare gli equilibri politici regionali.

La decisione di Avs, confermata dal coordinatore Elio Riccarand, non è una mossa isolata.

Si attende, con fervore, l’adesione di altri gruppi di minoranza – Pd, Adc-Pla, Renaissance, Fdi e Lega – al ricorso che dovrà essere formalizzato entro un mese dalla costituzione della giunta Testolin, ovvero entro il 6 dicembre 2024.
La speranza è che un fronte ampio di opposizione possa sostenere l’azione legale, conferendole maggiore peso e legittimità.
Al centro della controversia si trova l’interpretazione della normativa che regola il numero massimo di mandati cumulabili all’interno della giunta regionale.
L’avvocato Andrea Morrone, in un parere datato 20 febbraio 2025, sostiene che Testolin e Bertschy, avendo ricoperto per tre legislature consecutive una carica nella giunta regionale, non sarebbero eleggibili per una quarta volta, in violazione del principio di rotazione e di rinnovamento delle figure apicali dell’amministrazione.
Tuttavia, l’interpretazione di Morrone è stata vigorosamente contestata.

Entrambi i neo eletti, Testolin e Bertschy, si avvalgono delle conclusioni di due ulteriori giuristi: il professor Enrico Grosso, incaricato direttamente da loro stessi, e il giurista Nicola Lupo, designato dalla segreteria generale del Consiglio regionale.

Questi ultimi sostengono che la legislatura in corso rappresenti la terza per entrambi, offrendo una base interpretativa differente che ne giustificherebbe l’ammissibilità alla carica.

Questa divergenza interpretativa apre un dibattito più ampio sulla natura stessa del principio di limitazione dei mandati, sulla sua applicazione ai casi specifici e sulla necessità di garantire un equilibrio tra continuità amministrativa e rinnovamento politico.
L’esito del ricorso legale non si limita a una mera questione di correttezza formale, ma rischia di avere implicazioni significative per la stabilità del governo regionale e per la percezione di trasparenza e legittimità dell’azione amministrativa.
Il nodo cruciale risiede nella definizione precisa di cosa costituisca una “legislatura” ai fini dell’applicazione della norma, un elemento che i pareri contrastanti hanno acuito.

La vicenda evidenzia, infine, la complessità e le potenziali zone d’ombra delle normative regionali, richiedendo una riflessione approfondita sulla necessità di chiarezza e univocità dei testi legislativi.

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