Nel cuore del patrimonio alpino valdostano, il Forte di Bard si appresta a ospitare un evento culturale di straordinaria risonanza: una mostra monografica dedicata allo scultore Donato Savin, dal 28 giugno al 31 dicembre. L’installazione, concepita come un dialogo silenzioso tra arte e paesaggio, disseminerà lungo il percorso interno che conduce alla sommità della fortezza, trasformando un luogo storico in un percorso espositivo en plein air.La mostra, curata da Aldo Audisio in collaborazione con l’Associazione Forte di Bard, presenta una selezione di trenta opere tratte dal progetto “Stele”, un’indagine artistica che esplora il rapporto primordiale tra l’uomo e la pietra, la memoria e la transitorietà. Ogni “stele” – una roccia naturale, attentamente scelta e posizionata su una base in ferro essenziale – emerge come un frammento di un linguaggio antico, capace di evocare echi di un passato remoto e di proiettarsi verso un futuro incerto.L’opera di Savin non si limita alla mera riproduzione formale della realtà. Essa rappresenta un’immersione profonda nell’essenza della montagna, un tentativo di cogliere l’anima della roccia, il suo respiro secolare. Come afferma lo stesso artista, “toccare la roccia, sentirla con le mani e poi modificarla, è un modo per estraniarsi dal mondo.” Un gesto di liberazione, un invito a sognare, a far rivivere le memorie ancestrali apprese nell’infanzia, osservando i montanari e il loro legame indissolubile con la terra.Il lavoro di Savin è permeato di un profondo rispetto per la natura, un omaggio al Parco del Gran Paradiso, fonte inesauribile di ispirazione. Vacche, pecore, uccelli e animali selvatici emergono dalle pietre, non come rappresentazioni fedeli, ma come simboli di una vita che pulsa, di un equilibrio fragile che va preservato. Le sue opere sono un ponte tra tradizione e innovazione, un tentativo di perpetrare un mondo in evoluzione, rinnovandolo attraverso la forza espressiva della scultura.L’esposizione al Forte di Bard, arricchita da precedenti mostre in Italia e all’estero, offre un’occasione unica per contemplare la poetica di un artista che ha saputo trasformare la pietra in voce, la montagna in musa. L’accesso alla mostra è compreso nel biglietto di ingresso al polo museale, rendendo l’esperienza accessibile a un vasto pubblico.Parallelamente, a Cogne, città natale e luogo di lavoro di Savin, Fondation Grand Paradis propone la mostra diffusa “Donato Savin. La vita attorno a me”, nell’ambito del 28/o Gpff – Gran Paradiso Film Festival. Un’ulteriore opportunità per immergersi nell’universo artistico e personale dello scultore, scoprendo il significato profondo del suo legame con la comunità e il paesaggio alpino.
Savin al Forte di Bard: Dialogo tra scultura e montagna valdostana.
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