cityfood
cityeventi
domenica 26 Ottobre 2025

Traforo del Monte Bianco: un nodo cruciale per l’Italia.

La chiusura prolungata del Traforo del Monte Bianco, e più in generale la problematica delle infrastrutture di connessione alpina, solleva questioni cruciali per l’economia, la mobilità e l’identità territoriale dell’Italia.

L’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti Montani (Uncem) interviene con forza, sottolineando come la frequenza e la durata degli interventi necessari a garantire la sicurezza e l’operatività di questi snodi strategici rappresentino un ostacolo inaccettabile per la collettività, le imprese e i cittadini.
Non si tratta di una questione relegata al contesto valdostano, bensì di una sfida nazionale che impone una visione unitaria e coordinata.

La frammentazione delle competenze e la mancanza di una pianificazione a lungo termine rischiano di trasformare le Alpi, da ponte naturale tra l’Italia e l’Europa, in una barriera artificiale, con ripercussioni negative su scambi commerciali, turismo e relazioni internazionali.

L’urgenza della situazione è evidenziata dal rischio di un effetto domino: la chiusura del Traforo del Monte Bianco, unita a quella di altri valichi alpini come il Piccolo San Bernardo, innesca una congestione del traffico che si riversa sui percorsi alternativi, Sempione e Frejus, già gravati da un flusso intenso e problematico.
Questo sovraccarico non solo genera ritardi e disagi, ma infligge danni economici significativi ai comuni di confine, territori spesso marginali che necessitano di politiche mirate e di un’attenzione che vada al di là delle competenze regionali.

È imperativo, pertanto, rilanciare con determinazione la progettazione e la realizzazione della seconda canna del Traforo del Monte Bianco, evitando che si protragga per decenni, come tristemente accaduto con la Torino-Lione.
La realizzazione di questa infrastruttura non è semplicemente una questione tecnica, ma un atto di civiltà che implica la priorità della mobilità sostenibile, della sicurezza e della coesione territoriale.
L’Uncem sollecita, con forza, un’azione concertata a tutti i livelli istituzionali, con particolare riferimento al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per dare piena attuazione al Trattato del Quirinale, un accordo che sancisce la volontà di rafforzare la collaborazione tra Italia e Francia in materia di infrastrutture e trasporti.

Questo implica non solo investimenti economici, ma anche una revisione dei processi decisionali, una maggiore trasparenza e un coinvolgimento attivo delle comunità locali nella definizione delle priorità e nella valutazione degli impatti.

In definitiva, la gestione delle infrastrutture alpine richiede un cambio di paradigma, un approccio strategico che superi la logica del compartimento stagno e promuova una visione integrata e sostenibile, in grado di trasformare le Alpi da ostacolo a opportunità di sviluppo e di connessione.

Il futuro delle comunità alpine e, più in generale, del Paese, dipende dalla nostra capacità di agire con lungimiranza e responsabilità.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap