Il 15 gennaio è stata posticipata l’udienza relativa all’incidente mortale avvenuto a Gressoney-La-Trinité nel settembre precedente, una tragedia che ha strappato alla comunità Stefano Rabaglio, 51 anni, assessore comunale di Issime e figura di spicco nel territorio.
L’evento, che ha innescato un’indagine complessa e articolata, ruota attorno alle responsabilità legate alla sicurezza sul lavoro in un contesto particolarmente delicato come quello degli impianti di risalita alpini.
Giorgio Munari, amministratore delegato della Monterosa Ski, in qualità di responsabile del datore di lavoro, ha optato per il rito abbreviato, una scelta che implica l’ammissione di responsabilità e la potenziale riduzione della pena, in cambio di una procedura giudiziaria più rapida.
Aurelio Consol, il tecnico macchinista incaricato dell’avvio dell’impianto, ha invece richiesto la possibilità di patteggiare, un percorso simile che suggerisce una volontà di cooperazione con la giustizia e una presa di coscienza delle possibili conseguenze legali.
L’accusa, guidata dalla Procura della Repubblica, sostiene che non siano state rispettate tutte le procedure obbligatorie in materia di sicurezza sul lavoro, evidenziando potenziali lacune nei protocolli di manutenzione e nelle misure di prevenzione del rischio.
Questo aspetto cruciale dell’indagine solleva interrogativi fondamentali sulla gestione della sicurezza negli ambienti di lavoro ad alta quota, dove i rischi intrinseci richiedono un’attenzione meticolosa e una costante verifica dell’adeguatezza delle misure di protezione.
I due indagati, Giorgio Munari e Aurelio Consol, sono assistiti dal pool di avvocati Michele Peracino e Renzo Cocchi, che stanno analizzando la documentazione a loro disposizione e preparando una difesa accurata.
L’incidente si è verificato durante attività di manutenzione ordinaria sui cavi della funivia Stafal-Sant’Anna, un elemento essenziale per il turismo e l’economia locale.
Durante l’intervento, Stefano Rabaglio, il dipendente della Monterosa Ski, è stato tragicamente colpito e schiacciato dal carrello di manutenzione e da un distanziatore della funivia, un evento che ha evidenziato la fragilità umana di fronte alle potenziali insidie degli impianti complessi.
L’inchiesta non si limita a stabilire le responsabilità dirette dell’incidente, ma mira anche a ricostruire il quadro generale della gestione della sicurezza all’interno della Monterosa Ski, con l’obiettivo di individuare eventuali carenze strutturali e migliorare i protocolli per prevenire simili tragedie in futuro.
La vicenda ha generato un profondo shock nella comunità valdostana, e la ricerca di verità e giustizia è un imperativo morale per onorare la memoria di Stefano Rabaglio e tutelare la sicurezza di tutti i lavoratori del settore.
Il procedimento giudiziario è quindi non solo una questione legale, ma anche un monito per l’intera filiera del turismo montano, volto a garantire standard di sicurezza elevati e a promuovere una cultura della prevenzione del rischio.