Il massiccio del Monte Bianco, gigante di roccia e ghiaccio che domina l’Europa, ha nuovamente reclamato le sue vittime. Nella giornata di ieri, il ritrovamento di due corpi, identificati come un uomo e una donna di età compresa tra i quarant’anni e i cinquanta, ha scosso la comunità alpinistica e le autorità locali. I due escursionisti, ancora non identificati ufficialmente, sono stati rinvenuti in una zona impervia ai piedi dell’Aiguille de Tricot, un torrione calcareo di notevole difficoltà tecnica, situato sul versante francese del massiccio.La scoperta è stata fatta da altri alpinisti, che, procedendo lungo i sentieri di alta quota, si sono imbattuti nella tragica scena, attivando immediatamente i soccorsi. La zona in cui sono stati trovati i corpi suggerisce che l’incidente sia avvenuto durante il tentativo di traversata dell’Aiguille de Tricot, un percorso esposto e tecnicamente impegnativo, spesso affrontato da alpinisti esperti. La traversata, che richiede capacità di arrampicata su roccia considerevoli e una profonda conoscenza del terreno, si sviluppa a quote elevate, dove le condizioni meteorologiche possono mutare rapidamente, aumentando esponenzialmente i rischi.Al di là della mera caduta – una conclusione preliminare, ma ancora da confermare – è probabile che una combinazione di fattori abbia contribuito alla tragedia. La stabilità del ghiaccio, spesso inconsistente in quel periodo dell’anno, potrebbe aver giocato un ruolo determinante, così come l’imprevedibilità delle intemperie alpine, capaci di trasformare un percorso apparentemente accessibile in una sfida mortale. La presenza di crepacci nascosti, l’esposizione al sole che può ammorbidire la roccia e generare franamenti, e le raffiche di vento improvvise, sono tutti elementi che contribuiscono alla pericolosità di quell’ambiente.Il Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix, specializzato in interventi in alta quota e nella gestione di incidenti in ambiente alpino, ha avviato un’indagine per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. L’analisi dei mezzi di comunicazione presenti con gli alpinisti, le tracce lasciate sul percorso e le condizioni meteorologiche del giorno dell’incidente saranno fondamentali per fare luce sulla vicenda. Parallelamente, è in corso un’operazione di recupero dei corpi, resa complessa dalla natura ripida e impervia del terreno.Questa tragedia riaccende il dibattito sulla sicurezza in montagna e sulla necessità di una formazione adeguata per chiunque intenda affrontare percorsi di alta quota. La montagna, pur nella sua bellezza maestosa, è un ambiente ostile e imprevedibile, che richiede rispetto, preparazione e una profonda consapevolezza dei propri limiti. L’esperienza e la conoscenza del territorio non sono mai sufficienti; l’umiltà e la capacità di rinunciare, quando le condizioni non sono favorevoli, sono virtù imprescindibili per chi desidera vivere un’esperienza alpinistica in sicurezza.
Tragedia sul Monte Bianco: ritrovati due corpi
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