L’architettura politica della Valle d’Aosta si configura ora come un fragile mosaico, assemblato più per necessità di sopravvivenza che per la condivisione di un progetto di sviluppo regionale.
L’accordo tra il presidente incaricato Renzo Testolin e Forza Italia, che sancisce un cambio di maggioranza, solleva interrogativi profondi sulla direzione futura della regione e sulla capacità di rispondere alle complesse sfide che la attendono.
Questa nuova convergenza appare ancorata a dinamiche di potere contingenti, piuttosto che a una visione strategica condivisa per il bene comune.
Il Partito Democratico esprime profonda preoccupazione per questa evoluzione, sottolineando la sua contraddizione rispetto all’esito delle recenti elezioni.
Aosta ha espresso un chiaro desiderio di cambiamento, premiando una coalizione ampia e progressista, composta da Union Valdôtaine, Autonomisti, Partito Democratico, +Europa e Socialisti.
Un’alleanza basata su valori di serietà, responsabilità e un programma condiviso, capace di incarnare un’idea di Valle d’Aosta inclusiva e orientata al futuro.
La riproduzione, a livello regionale, di una coalizione chiusa, con un marcato spostamento a destra e una carenza di prospettiva condivisa, rischia di disattendere questo mandato popolare, ignorando la volontà di equilibrio e apertura che ha animato l’elettorato.
L’illusione di poter influenzare le dinamiche governative attraverso accordi locali e compromessi occasionali, invece di costruire un rapporto istituzionale solido e autorevole, rappresenta una pericolosa scorciatoia.
Un rapporto proficuo e duraturo con il Governo nazionale, indipendentemente dalla sua composizione politica, si fonda sulla credibilità di una Giunta coesa e sulla capacità di rappresentare in modo efficace gli interessi della regione.
Tentare di aggirare questa via istituzionale significa compromettere l’efficacia dell’azione amministrativa e la capacità di ottenere risorse e supporto per la Valle d’Aosta.
La regione necessita di una governance stabile, competente e, soprattutto, coerente con i principi di trasparenza e partecipazione democratica.
Un governo breve, costruito su fondamenta fragili e motivato da esigenze immediate, rischia di compromettere la capacità di affrontare le sfide strutturali che la Valle d’Aosta si trova ad affrontare: la fragilità economica, la tutela del territorio, la promozione della cultura e l’innovazione sociale.
La priorità deve essere quella di costruire un futuro solido e duraturo per le generazioni a venire, non di rispondere a calcoli di convenienza politica di breve termine.
L’urgenza è quella di riscoprire il valore della visione, della programmazione e della responsabilità condivisa, per garantire alla Valle d’Aosta il ruolo e il futuro che le spettano.








