Dalla Valle d’Aosta, regione incastonata nel cuore delle Alpi, emerge un monito e un’opportunità: un impegno a rielaborare le politiche per le aree montane, con ripercussioni che si estendono all’intero Paese.
La complessità del territorio valdostano, caratterizzato da una profonda vocazione montana e da una rete intricata di comuni, richiede un approccio rinnovato, capace di superare le inerzie del passato e di proiettarsi verso il futuro.
L’analisi delle dinamiche territoriali, particolarmente evidente in un contesto elettorale come quello attuale, invita a un’autocritica costruttiva, un “vedersi nuovi” come auspicato dai leader della prima Repubblica.
Non solo tra gli esponenti dei partiti politici, ma soprattutto tra gli amministratori locali, chiamati a ripensare i propri ruoli e le proprie responsabilità in un’ottica di collaborazione e di efficienza.
L’Unione Nazionale dei Comuni Montani (Uncem), consapevole della delicatezza di questo momento, ha elaborato un documento programmatico destinato ai candidati, che delinea le priorità per i prossimi cinque anni.
Questo documento non si limita a proporre soluzioni immediate, ma si concentra sulla creazione di un quadro strategico che valorizzi le risorse, promuova l’occupazione e rafforzi l’identità delle comunità montane.
Al centro di questa visione strategica vi è la necessità di una maggiore sinergia tra i comuni e il capoluogo, Aosta, superando frammentazioni e isolamenti.
Si tratta di costruire una rete organica, capace di rispondere efficacemente alle sfide ambientali, economiche e sociali che caratterizzano il territorio alpino.
L’Uncem auspica una ridefinizione del ruolo delle autonomie regionali, promuovendo una maggiore autonomia e un nuovo protagonismo delle aree montane a livello nazionale.
Questo processo implica una revisione dei meccanismi decisionali, una semplificazione delle procedure amministrative e una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica.
La Regione autonoma Valle d’Aosta rappresenta un laboratorio vivente per l’innovazione amministrativa e per la sperimentazione di nuove forme di governance.
I comuni, in particolare, sono chiamati a riorganizzarsi in chiave manageriale, abbandonando pratiche obsolete e superando divisioni del passato.
L’Uncem si pone come partner strategico in questo percorso di trasformazione, affiancando la Regione nella definizione di nuove politiche per la montagna.
Un elemento cruciale è la recente legge sulla montagna, che sottolinea l’importanza di investire risorse economiche significative per lo sviluppo sostenibile delle aree alpine.
L’Uncem condivide pienamente questa visione e si impegna a promuovere un aumento delle risorse destinate alla montagna, incentivando progetti innovativi e sostenibili.
Si tratta di un investimento non solo per il futuro delle comunità montane, ma per l’intero Paese, che può trarre beneficio dalla loro resilienza, dalla loro ricchezza culturale e dalla loro capacità di innovazione.
Il futuro delle Alpi, e quindi del Paese, passa per la valorizzazione delle sue montagne e dei suoi comuni.