Violenza domestica e di genere: 104 accessi al pronto soccorso aosta.

Nei primi undici mesi del 2023, il pronto soccorso dell’ospedale regionale di Aosta ha assistito a 104 accessi riconducibili a dinamiche di violenza domestica e di genere, un dato apparentemente in calo rispetto al passato che, tuttavia, cela una realtà più complessa e sfaccettata.
La dottoressa Antonia Billeci, figura chiave come referente medico regionale e aziendale dell’Usl per la gestione di queste emergenze, sottolinea come la percezione condivisa dalla rete territoriale delinei un quadro di incremento sottostante i numeri, suggerendo una maggiore consapevolezza e propensione alla richiesta di aiuto da parte delle vittime.

Questo potenziale aumento percepito potrebbe essere in parte attribuibile all’efficacia delle campagne di sensibilizzazione e informazione intraprese, che hanno contribuito a diffondere la conoscenza delle risorse disponibili e a incoraggiare il ricorso al pronto soccorso, soprattutto quando le aggressioni lasciano tracce fisiche che richiedono cure mediche immediate.

Un’ulteriore riflessione suggerisce che la diminuzione apparente potrebbe essere il risultato di un miglioramento dei percorsi di accoglienza e supporto, che indirizzano le vittime verso strutture specializzate, riducendo il flusso verso il pronto soccorso.
Il dato demografico delle vittime rivela una netta prevalenza femminile (90%), con casi maschili concentrati prevalentemente tra i minori.

Gli episodi di violenza esercitata da donne nei confronti di uomini rimangono fenomeni rari e isolati.

L’abitazione privata si conferma il contesto più frequente in cui si consumano queste aggressioni, seguita, con una incidenza significativamente inferiore, da spazi pubblici, strade e luoghi di lavoro.
L’analisi dei responsabili rivela una figura ricorrente: il partner, l’ex-partner o il coniuge, che rappresentano circa la metà dei casi.

Tuttavia, la violenza domestica assume forme diverse e coinvolge padri, altri membri della famiglia, sconosciuti, colleghi e datori di lavoro, ampliando il panorama delle responsabilità.
L’età delle vittime, eterogenea, spazia dai 6 agli 81 anni, con una concentrazione significativa nella fascia tra i 30 e i 50 anni, che incide per circa il 60% sul totale degli accessi.

La cittadinanza italiana è la più diffusa tra le vittime.

Particolarmente allarmante è il dato relativo ai casi di violenza sessuale, dieci in totale, di cui due che coinvolgono minori, sottolineando la necessità di rafforzare gli interventi di prevenzione e protezione in questo ambito.

La complessità del fenomeno richiede un approccio multidisciplinare e una costante attenzione all’evoluzione delle dinamiche di violenza, con l’obiettivo di garantire una risposta efficace e tempestiva a tutte le vittime e di promuovere una cultura del rispetto e della non-violenza.

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