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martedì 11 Novembre 2025

Zermatt: Grattacielo sul Cervino, un Dibattito Alpino

A Zermatt, gioiello alpino incastonato ai piedi del Cervino, si apre un dibattito architettonico e sociale di notevole portata.
L’ambizioso progetto di Heinz Julen, albergatore visionario, prevede l’edificazione di una torre di 65 piani, un grattacielo di 260 metri che ambisce a diventare un nuovo simbolo del paesaggio zermattese.

L’iniziativa, presentata all’attenzione del pubblico tramite il quotidiano Tages-Anzeiger, solleva questioni complesse che vanno oltre la mera estetica, toccando temi cruciali per il futuro della comunità montana.

La necessità che ha portato Julen a proporre una simile opera è radicata in una problematica diffusa in molte località turistiche alpine: la pressante carenza di alloggi per i lavoratori del settore ricettivo.

L’incremento esponenziale dei flussi turistici, aggravato da una domanda immobiliare in costante crescita, ha reso estremamente difficile per i dipendenti degli alberghi, dei ristoranti e delle altre attività legate al turismo, trovare un riparo dignitoso.
La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente acuito questa situazione, rendendo evidente come la capacità di attrarre e trattenere personale qualificato dipenda direttamente dalla disponibilità di soluzioni abitative adeguate.
Come sottolinea Julen, in un mercato del lavoro sempre più competitivo, i professionisti del settore possono scegliere dove lavorare, e l’assenza di alloggi accessibili rappresenta un fattore di repulsione significativo.

Zermatt, con i suoi poco meno di 6.000 residenti che si trasformano in una popolazione effimera di oltre 40.000 persone durante l’alta stagione, incarna questa contraddizione.

Il progetto di Julen prevede la realizzazione della torre su un terreno di proprietà a valle del paese, con una suddivisione strategica degli spazi: la prima metà sarà destinata a unità abitative a prezzi accessibili, pensate per rispondere alle esigenze del personale impiegato nel settore turistico.
La restante parte dell’edificio verrà commercializzata sul libero mercato, con l’obiettivo di generare i capitali necessari per sostenere l’intero investimento, stimato in circa 500 milioni di franchi.

L’aspetto forse più sorprendente dell’iniziativa è l’affermazione di Julen secondo cui la torre non comprometterebbe la vista iconica del Cervino, un elemento imprescindibile dell’identità zermattese.

Pur suscitando un misto di entusiasmo e preoccupazione, il progetto ha ricevuto un primo segnale di plausibilità da parte di esperti che hanno redatto uno studio di fattibilità, giudicandolo realizzabile e compatibile con la vocazione agricola del sito.

Anche le autorità comunali e cantonali hanno espresso un primo accoglimento della proposta, pur sottolineando la necessità di una valutazione approfondita della reale e futura domanda di alloggi.
Il dibattito, tuttavia, non si limita all’aspetto tecnico-architettonico.
L’iniziativa solleva interrogativi più ampi sulla sostenibilità del modello turistico montano, sulla necessità di conciliare lo sviluppo economico con la tutela del paesaggio e sulla responsabilità delle comunità locali nel garantire un futuro equo e accessibile a tutti.

L’opera di Julen, con la sua ambizione e la sua potenziale capacità di trasformazione, si pone quindi come un catalizzatore di riflessioni fondamentali per il futuro di Zermatt e, per estensione, di tutte le valli alpine.

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