Il Forte di Bard, imponente testimonianza storica incastonata nel cuore della Valle d’Aosta, si appresta a ospitare un evento di eccezionale rilevanza nel panorama culturale internazionale: l’anteprima europea della decima edizione di “Bird Photographer of the Year”.
Questa prestigiosa competizione, nata come celebrazione dell’avifauna globale, si rivela un ponte tra arte, scienza e conservazione, e per la prima volta sbarca in Italia, dal 25 ottobre 2025 al 1° marzo 2026.
“Bird Photographer of the Year” trascende il semplice concorso fotografico.
Si configura come una piattaforma di ispirazione e sensibilizzazione, volta a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento per la ricchezza e la fragilità del mondo degli uccelli.
L’evento, più che un giudizio estetico, è un’opportunità per esplorare le intricate relazioni tra gli animali, i loro habitat e l’influenza dell’uomo, attraverso l’obiettivo di fotografi provenienti da ogni angolo del pianeta.
L’edizione 2025 si distingue per la straordinaria visione del fotografo canadese Liron Gertsman, la cui immagine vincitrice – una fregata immortalata in un momento di sublime coincidenza con un’eclissi solare totale – racchiude un significato simbolico profondo.
La foto, scattata in Messico, è un’ode alla bellezza inattesa e all’armonia cosmica, un monito sulla connessione tra i fenomeni naturali e la vita che li abita.
Ma il talento italiano non tarda a farsi notare.
Francesco Guffanti conquista il primo premio nella categoria “Comportamento degli uccelli” con “Angelo o Demone”, un’immagine cruda e potente che ritrae un’aquila reale immersa in un atto primordiale: la predazione.
La scena, catturata in Valle d’Aosta, è un’indagine visiva sulla catena alimentare, sulla lotta per la sopravvivenza e sulla forza selvaggia che ancora pervade i nostri paesaggi.
Philippe Egger, con “Fotografia d’arte”, si distingue nella categoria “Prospettive creative”, proponendo un’interpretazione originale e concettuale: un martin pescatore comune, sospeso in volo, interagisce con un’opera d’arte, creando un dialogo inatteso tra natura e creazione umana.
Lo scatto invita a riflettere sul ruolo dell’uomo nell’ambiente e sulla possibilità di trovare bellezza e significato nell’incontro tra mondi apparentemente distanti.
La mostra al Forte di Bard non è solo una vetrina di immagini straordinarie, ma un invito a riscoprire la bellezza del nostro pianeta e a sostenere gli sforzi di conservazione della biodiversità.
Ogni fotografia, ogni storia, racchiude un messaggio importante: la necessità di proteggere il futuro degli uccelli e, di conseguenza, il nostro stesso futuro.
Un futuro in cui l’arte e la scienza si fondono per celebrare la vita in tutte le sue forme.