Il calendario estivo valdostano si arricchisce, per il ventiseiesimo anno, di “Alpages ouverts”, un appuntamento imprescindibile per chi desidera immergersi nel cuore pulsante della cultura alpina.
Le tappe, distribuite tra Doues (26 luglio), Vayoux nel Vallone di Saint-Barthélemy (2 agosto), La Seutse a Valtournenche (7 agosto) e Mont Forciaz in Valgrisenche (21 agosto), rappresentano un percorso sinaptico tra tradizione, innovazione e sostenibilità.
Più che una semplice manifestazione, “Alpages ouverts” è una finestra aperta sulla vita d’alpeggio, un ecosistema complesso dove l’uomo e la natura dialogano in un equilibrio fragile e prezioso.
A partire dalle ore dieci, i visitatori saranno guidati in un itinerario sensoriale che abbraccia ogni aspetto dell’attività montana: le stalle, custodi di vite dedicate alla cura del bestiame; i caseifici, laboratori artigianali dove il latte si trasforma in formaggio, in particolare la pregiata Fontina Dop d’alpeggio; i pascoli rigogliosi, scrigni di biodiversità che ospitano una flora alpina unica e fragile.
L’iniziativa non trascura la dimensione educativa e ludica.
Un’area dedicata ai più piccoli prevede giochi a tema e animazioni, un’occasione per avvicinare le nuove generazioni al mondo della montagna e al suo patrimonio culturale.
La presenza del Corpo forestale della Valle d’Aosta rafforza il messaggio di tutela dell’ambiente e della biodiversità, sottolineando l’importanza di un rapporto responsabile con il territorio.
Il momento culminante della giornata è dedicato alla degustazione dei prodotti tipici valdostani, un’esperienza gastronomica che celebra la qualità e l’autenticità dei sapori montani.
L’impegno della Regione Valle d’Aosta, come evidenziato dall’assessore all’Agricoltura Marco Carrel, si concretizza in politiche mirate a sostenere gli alpeggi e i pastori che vi operano per periodi superiori ai tre mesi annuali.
La monticazione, elemento distintivo dell’allevamento valdostano, non è solo una pratica agricola, ma una vera e propria identità culturale, un legame profondo con le radici storiche e le tradizioni locali.
Il presidente di Arev, Omar Tonino, sottolinea come “Alpages ouverts” rappresenti un ponte tangibile tra la salvaguardia della biodiversità, la conservazione del paesaggio alpino, la valorizzazione delle razze autoctone, il lavoro quotidiano dell’uomo e la qualità superiore dei prodotti caseari.
L’iniziativa non si limita a raccontare la storia di un territorio, ma stimola una riflessione più ampia sul valore della sostenibilità, dell’artigianato e del legame tra uomo e ambiente.
È un invito a riscoprire il significato di un’agricoltura di montagna che, al di là della produzione, incarna un modo di essere, un patrimonio culturale da proteggere e tramandare alle future generazioni.