La comunità valdignanese, voce unita tra operatori del turismo fluviale e residenti, si appresta ad affrontare un nodo cruciale per il futuro del suo territorio: la realizzazione di un impianto idroelettrico sulla Dora Baltea, nei comuni di Pré-Saint-Didier e Morgex, proposto da CVA.
L’esito positivo della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ha innescato una mobilitazione diffusa, che si concretizza nell’appello di “Dora Baltea Viva” a tutti gli attori locali – abitanti, imprenditori, commercianti – a partecipare all’incontro informativo del 2 agosto, presso l’auditorium di Morgex.
Il progetto, così come presentato, delinearebbe una complessa infrastruttura nel cuore del fondovalle, con un punto di captazione situato a Pré-Saint-Didier, a valle della confluenza tra la Dora Baltea e la Dora di La Thuile.
L’acqua verrebbe poi convogliata fino al punto di restituzione, circa tre chilometri a valle, nel comune di Morgex, dove si concentrerebbe la maggior parte delle opere ingegneristiche.
Il sistema di presa, strategicamente posizionato a 160 metri a valle della confluenza con la Dora di Verney, prevede una struttura imponente, caratterizzata da paratoie di notevoli dimensioni (12×5 e 6×7.
5 metri), collegate da un ponte che ne garantisce l’accesso da entrambe le sponde.
Al di là delle implicazioni prettamente ingegneristiche, il comitato “Dora Baltea Viva” evidenzia le profonde ripercussioni che l’opera comporterebbe per l’intera comunità valdignanese.
L’impatto non si limita alla trasformazione del paesaggio, ma si estende a un periodo prolungato di cantieri, con un intenso flusso di veicoli pesanti – migliaia di camion – che gravano sulla viabilità locale, compromettendo la qualità della vita e l’accessibilità ai servizi.
La richiesta rivolta agli imprenditori locali assume un significato simbolico e concreto: timbrare il cartellone esposto durante l’incontro, manifestando così un impegno tangibile a favore di un futuro sostenibile per la Valdigne.
Questo gesto si pone come segnale di un approccio responsabile, volto a bilanciare le esigenze energetiche con la tutela del patrimonio naturale e culturale, invitando a una riflessione più ampia sulle alternative possibili, che possano garantire un equilibrio tra sviluppo economico e salvaguardia dell’identità valdignanese.
In sintesi, si tratta di una chiamata alla responsabilità collettiva, per definire un modello di progresso che non sacrifichi il valore inestimabile di un territorio unico al mondo.