La recente decisione di procedere ai licenziamenti di personale qualificato, in questo caso autisti di ambulanza, solleva interrogativi profondi e inaccettabili.
Si tratta di professionisti che hanno maturato competenze specialistiche in un settore cruciale come quello dell’emergenza sanitaria, figure essenziali per la tutela della salute della collettività.
La decisione, frutto di una normativa discutibile, appare miope e in contrasto con i principi di equità e giustizia sociale.
La Cgil Funzione Pubblica si fa portavoce di una protesta legittima, rivolgendo un appello pressante alle istituzioni politiche e alla direzione dell’azienda sanitaria: è imperativo rivedere questa scelta, assicurando la permanenza in servizio di questi lavoratori e superando un modello operativo che impone il “volontariato obbligatorio”, un ossimoro che sminuisce il valore del volontariato stesso e penalizza ingiustamente chi lavora.
Dietro questa vicenda si cela una problematica più ampia, un quadro preoccupante di un mercato del lavoro sempre più caratterizzato da logiche spietate e disumanizzanti.
Si assiste a una progressiva svalutazione del lavoro, con individui costretti a percorrere strade precarie, gravati da carichi di lavoro eccessivi, spesso superiori a 180 ore mensili, senza la garanzia di un rapporto di lavoro stabile e dignitoso.
L’imposizione di ore di volontariato, come condizione per mantenere un impiego precario, evidenzia un’incongruenza che mina il senso di professionalità e di dedizione al lavoro.
Eleine Krieger Garcia, segretaria della Cgil/Fp, sottolinea con chiarezza come il mondo del lavoro e il volontariato debbano rimanere ambiti complementari, ma distinti, entrambi fondamentali per il benessere della società.
Il volontariato, per sua natura, è un atto di generosità, una scelta libera e consapevole; non può essere trasformato in un obbligo imposto a chi già svolge un lavoro a titolo di retribuzione.
Questa vicenda non è un caso isolato, ma il sintomo di un sistema che necessita di una profonda riflessione.
È urgente un cambio di paradigma che valorizzi il lavoro, che garantisca condizioni di impiego dignitose, che promuova la stabilità del rapporto di lavoro e che riconosca il ruolo cruciale del personale sanitario, soprattutto in un contesto come quello attuale, segnato da sfide sanitarie complesse e da un crescente bisogno di assistenza.
La tutela del lavoro e la promozione del volontariato consapevole devono essere priorità assolute per una società giusta ed equa.







