giovedì 2 Ottobre 2025
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Matterhorn Crossing: Dubbi sulla Sostenibilità del Progetto Alpino

Il progetto Matterhorn Alpine Crossing, concepito come ponte turistico tra l’Ayas e la Valtournenche, sta mostrando segni di criticità profonde, sollevando interrogativi sulla sua sostenibilità economica e strategica.
Il comitato “Ripartire dalle Cime Bianche”, voce critica nei confronti dell’iniziativa, ha espresso il suo disappunto analizzando il bilancio 2024-2025 della Zermatt Bergbahnen AG, l’operatore svizzero responsabile degli impianti di risalita sul versante elvetico del Cervino.
I dati relativi al flusso di utenti che percorrono il tracciato dal Plateau Rosà al Piccolo Cervino, e in particolare la traversata Cervinia-Zermatt, risultano marginali rispetto al volume complessivo di attività dichiarata dalla società.
L’utilizzo, stimato inferiore all’1%, tradisce le aspettative iniziali e pone in discussione l’efficacia del modello di business alla base del progetto.
Le cause di questo risultato deludente sono molteplici e intrecciate.

In primo luogo, si evidenzia una problematica di sovradimensionamento dell’infrastruttura, che genera costi operativi significativamente elevati e difficilmente recuperabili attraverso l’utenza effettiva.
L’investimento massiccio, sebbene mirato a creare un’esperienza unica, sembra aver prodotto un impianto più grande delle reali necessità del mercato.

In secondo luogo, emerge una netta disparità di interesse tra i due versanti del massiccio del Cervino.

Mentre il versante svizzero continua a godere di una forte attrattività per gli appassionati di sci e turismo alpino, il versante italiano fatica a generare un flusso costante di visitatori, suggerendo una potenziale mancanza di promozione mirata o un’offerta turistica non pienamente integrata con le aspettative del mercato.

Un ulteriore fattore limitante risiede nella scarsa attenzione manifestata dagli operatori turistici internazionali, in particolare quelli provenienti dall’Asia e dall’America.
Questi operatori, protagonisti nella creazione di pacchetti turistici di breve durata (tipicamente 5-6 giorni), che comprendono tappe emblematiche come Milano, il Piccolo Cervino, Zermatt e città europee come Parigi o Vienna, mostrano riluttanza a includere la traversata del Cervino nel loro itinerario.

Questa riluttanza è motivata da una combinazione di fattori, tra cui il rischio di condizioni meteorologiche avverse e conseguenti interruzioni del servizio in quota, e la complessità logistica legata ai trasporti e alla gestione dei flussi turistici.

In definitiva, il Matterhorn Alpine Crossing si trova ad affrontare una sfida cruciale: ripensare la propria strategia di sviluppo, considerando attentamente i costi, i benefici e l’impatto ambientale, al fine di garantire la sua sostenibilità a lungo termine e di massimizzare il valore aggiunto per il territorio alpino italiano.

Un’analisi approfondita delle dinamiche turistiche, l’adozione di misure di mitigazione del rischio e un’integrazione più efficace con l’offerta turistica esistente potrebbero rappresentare le chiavi per rilanciare il progetto e sbloccare il suo potenziale.

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