Il risanamento strutturale del traforo del Monte Bianco, un’opera infrastrutturale cruciale per i collegamenti tra Italia e Francia, è un’impresa complessa e pluriennale, la cui pianificazione si articola in diverse fasi, caratterizzate da un approccio evolutivo e adattativo. L’intervento, avviato nel 2024 con una prima fase di chiusura totale durata tre mesi e mezzo, si configura come una risposta a necessità geologiche e strutturali emergenti, confermate da approfonditi studi condotti dal Politecnico, che hanno quantificato l’estensione degli interventi necessari su un tratto di oltre cinque chilometri.Il 2025 vedrà l’esecuzione della seconda tranche di lavori, originariamente programmata per il 2024, con una revisione della tempistica complessiva. Questa revisione tiene conto di una produttività del cantiere inferiore alle previsioni iniziali, un fattore critico in un ambiente operativo tanto delicato e tecnicamente impegnativo come quello di un traforo alpino. La complessità dell’intervento impone una flessibilità nella pianificazione, consentendo l’adeguamento dei tempi e delle tecniche in base ai risultati concreti ottenuti durante le fasi di lavorazione.La conclusione della prima fase di lavori strutturali è attualmente fissata per il 2038, ma questa datazione è soggetta a possibili modifiche in relazione ai risultati dei monitoraggi in corso e alle nuove esigenze che potrebbero emergere. Il piano prevede poi una fase successiva, compresa tra il 2043 e il 2050, dedicata a interventi localizzati e mirati. Questi interventi di secondo livello saranno necessari per affrontare problematiche specifiche che potranno manifestarsi nel tempo, a seguito dei futuri assessment dello stato di salute della volta del traforo. La loro natura sarà preventiva e correttiva, volta a garantire la durabilità e la sicurezza dell’opera nel lungo periodo.Il bilancio 2024 della Società Italiana del Traforo del Monte Bianco, che detiene la concessione del 50% della galleria, illustra in dettaglio l’andamento dei lavori. Le prime attività di cantiere, condotte nel 2024 su un tratto di 11,6 chilometri, hanno portato a una chiusura totale della galleria dal 2 settembre al 16 dicembre. Nonostante le previsioni, è stato possibile intervenire solo su 328 metri dei 600 inizialmente stimati, a testimonianza delle sfide tecniche e logistiche che caratterizzano un intervento di tale portata in un ambiente confinato e geologicamente complesso.L’imminente chiusura, prevista dal 1° settembre al 12 dicembre 2024, permetterà di completare i lavori su un ulteriore tratto di 254 metri. L’approccio metodologico si basa su un ciclo continuo di valutazione e adattamento, che consente di ottimizzare le risorse e di affrontare le problematiche impreviste in modo efficace. La salvaguardia del traforo del Monte Bianco è un investimento strategico per l’economia e la mobilità alpina, e richiede un impegno costante e una visione a lungo termine.
Risanamento Monte Bianco: un’opera complessa, tra sfide e revisioni
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