Il futuro del traforo del Monte Bianco, arteria vitale per l’Europa, si proietta verso una fase di profonda trasformazione, con implicazioni significative per trasporti, economia e relazioni bilaterali tra Italia e Francia.
La necessità di intervenire sulla volta di un tratto di 5,4 chilometri, costruito 60 anni fa e ormai giunto a un punto critico di deterioramento strutturale, impone scelte strategiche complesse, con decisioni che verranno prese entro il 2026.
Due scenari primari sono attualmente in esame, ciascuno con le proprie implicazioni a breve, medio e lungo termine.
La prima opzione prevede una prosecuzione delle interruzioni periodiche al traffico, estendendosi per circa quindici anni, con blocchi di tre mesi e mezzo ogni anno, concentrati prevalentemente tra settembre e dicembre, affiancati da possibili periodi analoghi nel 2027 e 2028.
Questo approccio, pur consentendo di affrontare progressivamente il rinnovamento della volta, implica una frammentazione continua delle attività economiche e sociali che dipendono dal transito alpino.
In alternativa, si prospetta un’interruzione totale e prolungata, della durata stimata di circa tre anni e mezzo consecutivi.
Questo scenario, sebbene drasticamente più impattante nel breve termine, offre la possibilità di completare l’opera di consolidamento strutturale in un’unica soluzione, minimizzando, potenzialmente, i costi complessivi e i disagi cumulativi nel lungo periodo.
La discussione è stata formalmente avviata dal deputato francese Xavier Roseren, che ha lanciato una consultazione pubblica per raccogliere pareri e definire una posizione informata.
La commissione intergovernativa italo-francese, organo responsabile della gestione del traforo, dovrà valutare attentamente i due scenari, soppesando i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna opzione.
La prefettura dell’Alta Savoia ha sollecitato i rappresentanti parlamentari a esprimere il proprio orientamento in merito, evidenziando l’urgenza di una decisione condivisa.
Un documento elaborato congiuntamente dal parlamentare francese e da ATMB (Autoroute et Tunnel du Mont Blanc) sottolinea che, a parità di garanzia della sicurezza della circolazione – aspetto prioritario – i due scenari determinano cronoprogrammi di completamento differenti.
L’analisi tecnica condotta dai gestori della galleria indica che entrambi gli approcci sono considerati validi dal punto di vista della sicurezza, ma che le loro ripercussioni sul tessuto economico e sociale sono profondamente diverse.
La periodicità delle interruzioni, ad esempio, influenza in modo significativo i flussi turistici, logistici e industriali, con conseguenze dirette sulla competitività delle regioni coinvolte.
La scelta finale richiederà, pertanto, un’attenta valutazione multidimensionale, che tenga conto non solo degli aspetti tecnici ed economici, ma anche delle implicazioni sociali, ambientali e geopolitiche, al fine di garantire un futuro sostenibile e resiliente per il traforo del Monte Bianco e per l’intero sistema di trasporto alpino.








