L’Italia si trova di fronte a un’opportunità strategica cruciale per la sua transizione energetica, ma allo stesso tempo deve affrontare sfide significative per raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Secondo un’analisi approfondita presentata nel contesto del Forum “Renewable Thinking” da The European House – Ambrosetti, il paese dispiega ancora un potenziale inespresso di oltre il 40% nel settore delle energie rinnovabili.Nonostante un incremento del 33% nell’installazione di nuove capacità rinnovabili nel 2024, con 7,5 GW aggiuntivi – un dato incoraggiante – si riscontra un divario notevole rispetto alla previsione di 11 GW necessari per rispettare i target del PNIEC. La situazione potrebbe ulteriormente complicarsi nel 2025, con la prospettiva di una contrazione di circa 1 GW rispetto all’anno precedente, un andamento che rappresenterebbe una battuta d’arresto rilevante dopo un decennio di crescita costante.L’analisi evidenzia che il potenziale di sviluppo, restringendo il campo a solare ed eolico, si estende fino al 50% entro il 2030. Regioni come Sicilia, Sardegna ed Emilia-Romagna, grazie alla loro vocazione geografica e alla disponibilità di risorse naturali, potrebbero svolgere un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi nazionali. In particolare, la Sicilia, con il suo elevato irraggiamento solare, e la Sardegna, con un forte potenziale eolico, potrebbero diventare veri e propri hub per la produzione di energia pulita. L’Emilia-Romagna, con una solida base industriale e una cultura dell’innovazione, potrebbe favorire l’integrazione delle energie rinnovabili nel sistema energetico nazionale.Per massimizzare questo potenziale e posizionare l’Italia come leader nella transizione energetica, è imperativo affrontare tre aree prioritarie. La prima è la semplificazione radicale delle procedure burocratiche, spesso complesse e farraginose, che ostacolano lo sviluppo di nuovi progetti. Una revisione snella e accelerata dei processi autorizzativi è essenziale per sbloccare investimenti e ridurre i tempi di realizzazione degli impianti.La seconda area di intervento riguarda l’incremento della produttività degli impianti FER esistenti e in costruzione. Questo richiede investimenti in ricerca e sviluppo per migliorare l’efficienza delle tecnologie, ottimizzare la gestione delle risorse e sviluppare soluzioni innovative per l’accumulo di energia. L’integrazione di sistemi di accumulo, come batterie o impianti di pompaggio idroelettrico, è cruciale per garantire la stabilità della rete elettrica e massimizzare l’utilizzo dell’energia prodotta da fonti intermittenti come solare ed eolico.Infine, è necessario un rafforzamento del quadro regolatorio, che deve fornire certezze agli investitori e incentivare lo sviluppo di nuovi progetti. Questo implica la definizione di regole chiare e stabili per l’accesso alla rete, la remunerazione dei servizi di dispacciamento e la gestione dei rischi. Un approccio regolatorio lungimirante e flessibile è fondamentale per adattarsi alle rapide evoluzioni tecnologiche e garantire la competitività del settore.In definitiva, il successo della transizione energetica italiana dipenderà dalla capacità di superare queste sfide e sfruttare appieno il potenziale ancora inesplorato delle energie rinnovabili, trasformando il paese in un modello di sviluppo sostenibile e un esempio virtuoso a livello internazionale.
Transizione Energetica Italiana: Potenzialità Inespresse e Sfide da Affrontare
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