Un quadro di ineludibile degrado istituzionale si staglia sulla gestione del Corpo dei Vigili del Fuoco e dei Forestali in Valle d’Aosta, una vicenda che si protrae da oltre un quarto di secolo e che merita una ferma denuncia.
L’attuale situazione non è semplicemente un’inefficienza amministrativa, ma il risultato di una profonda miopia politica e di una persistente incapacità di comprendere la natura specialistica e la cruciale importanza del servizio pubblico in materia di soccorso tecnico urgente.
La regionalizzazione, avviata a fine anni ’90, si è rivelata un esperimento fallimentare, condotto con superficialità e con l’illusoria speranza di acquisire un mero contingente di risorse umane, senza la reale consapevolezza delle competenze e delle responsabilità intrinseche al ruolo.
La politica, accecata dalla logica del “fare” a tutti i costi, ha intrapreso un percorso che, anziché valorizzare il servizio, lo ha progressivamente depotenziato.
La sequenza di eventi che ne è conseguita è emblematico di un approccio miope e irresponsabile: demolizioni arbitrarie di infrastrutture vitali, progetti ambiziosi ma irrealizzabili, fino alla collocazione in soluzioni abitative di emergenza che non rispettano minimamente la dignità dei professionisti che vi operano.
Questa spirale negativa ha eroso diritti, tutele e, soprattutto, la dignità professionale degli operatori.
Il risultato del referendum del 2019, con una schiacciante maggioranza (97%) favorevole al rientro nel Corpo Nazionale, rappresentava un chiaro segnale di cambiamento, una richiesta di ritorno alla professionalità e alla sicurezza che solo un’organizzazione strutturata poteva garantire.
Tuttavia, le promesse fatte sono state sistematicamente disattese, con un tradimento generalizzato su più fronti: previdenziale, ordinamentale ed economico.
L’assenza di comunicazione e la mancanza di chiarezza in materia previdenziale alimentano il sospetto di una situazione irrisolvibile, celata dietro un silenzio assordante.
Il paradosso di colleghi che condividono la stessa divisa e appartengono alla stessa amministrazione, ma sono soggetti a regimi previdenziali differenti, testimonia una profonda dissonanza sistemica.
Similmente, la creazione di presupposti normativi per lo svolgimento dei compiti istituzionali è stata ostacolata da una serie di commissioni di studio, pareri legali a pagamento e incontri infruttuosi, culminati in una bozza di legge condivisa, ma poi smontata da scelte politiche unilaterali.
Questa successione di eventi sottolinea una mancanza di volontà politica e un disinteresse per la risoluzione della questione.
L’attuale situazione economica, caratterizzata da soluzioni provvisorie e indennità temporanee, preclude la possibilità di una struttura contrattuale adeguata e stabile.
Il cronoprogramma, auspicato anche dal Presidente della Regione, è stato disatteso, confermando una tendenza a rimandare decisioni cruciali e a perpetuare un clima di incertezza.
In sintesi, la gestione del Corpo dei Vigili del Fuoco e dei Forestali in Valle d’Aosta rappresenta un fallimento istituzionale, frutto di una gestione irresponsabile, di un disinteresse per la professionalità e della volontà di legiferare in ambiti non di competenza.
La soluzione risiede in un ritorno a una gestione trasparente, basata sulla valorizzazione delle competenze, sul rispetto della dignità dei lavoratori e sulla riconsegna del servizio pubblico alla sua vocazione originaria: garantire la sicurezza e il benessere della comunità.
L’inerzia non è più un’opzione percorribile; è imperativo agire con determinazione e lungimiranza.