La Valle d’Aosta è in stato di agitazione.
Le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Savt e Conapo hanno formalizzato lo sciopero del corpo dei Vigili del Fuoco e del corpo Forestale, un segnale forte che testimonia il profondo malcontento diffuso tra i lavoratori.
Al centro della disputa, la recente legge regionale 3/2024, un provvedimento che si configura come una struttura normativa priva di sostanza, un guscio vuoto che non offre risposte concrete alle pressanti istanze del personale.
L’assenza di un testo regolamentare dettagliato, specificamente dedicato all’ordinamento e alla disciplina dei due corpi, ha escluso di fatto la possibilità di dare seguito agli impegni presi dall’amministrazione.
Si è concretizzato un cortocircuito legislativo che tradisce le aspettative di chi, quotidianamente, con dedizione e professionalità, garantisce la sicurezza del territorio e la tutela dell’ambiente alpino.
La questione non è nuova.
I lavoratori del comparto Soccorso e Sicurezza rivendicano da anni l’equiparazione delle proprie condizioni lavorative a quelle dei colleghi di altre regioni, una parità che riconoscerebbe il valore del loro contributo e compenserebbe le specificità operative e le sfide uniche legate all’ambiente valdostano.
L’aspettativa era quella di un percorso legislativo che, attraverso una riorganizzazione strutturale e una contrattazione specifica, avrebbe finalmente colmato il divario.
L’impegno formale assunto dall’amministrazione, quello di completare l’iter legislativo entro la conclusione della legislatura attuale, si è rivelato un miraggio.
La mancata concretizzazione di questo impegno non solo frustra le aspettative dei lavoratori, ma mette a rischio l’efficacia stessa del sistema di soccorso e prevenzione presente in Valle d’Aosta.
Lo stato di agitazione è dunque un monito, un grido di allarme che mira a sensibilizzare l’amministrazione regionale e a sollecitare un intervento tempestivo e risolutivo.
La comunità valdostana, infatti, dipende dalla professionalità e dalla dedizione di questi corpi specializzati, e la loro insoddisfazione rischia di compromettere la sicurezza e la resilienza del territorio.
La richiesta dei sindacati non è solo una questione di diritti, ma una necessità imprescindibile per garantire un futuro sicuro e sostenibile per la Valle d’Aosta.
Il dialogo costruttivo e la ricerca di soluzioni condivise sono ora imperativi.