La vittoria, un risultato preliminare che esige prudente convalida e approfonditi controlli, si presenta con un margine esiguo: quindici voti.
Un dato che induce a gratitudine verso l’elettorato e, al contempo, richiede un’immediata assunzione di responsabilità verso l’intera comunità aostana.
Non si tratta, in questa circostanza, di un trionfo parziale, di una vittoria di un’area specifica dell’elettorato, bensì di un mandato a servire l’interesse collettivo.
Un mandato che abbraccia coloro che hanno espresso fiducia nella nostra proposta, ma anche coloro che hanno scelto un percorso diverso e, soprattutto, coloro che, con una percentuale preoccupante, si sono astati dalle urne.
La loro assenza rappresenta una sfida cruciale, un campanello d’allarme che impone un’analisi approfondita delle ragioni che hanno portato a questo disimpegno civico.
Raffaele Rocco, eletto sindaco di Aosta insieme alla vice sindaca Valeria Fadda, ha superato Giovanni Girardini e Sonia Furci, in una competizione che ha visto un’attenuazione della partecipazione elettorale rispetto al primo turno.
Se al primo scrutinio si erano recati alle urne 16.480 cittadini, pari al 57,64% degli aventi diritto, al ballottaggio la cifra si è ridotta a 13.072, corrispondenti al 45,72% degli elettori.
Questo dato, lungi dall’essere un semplice numero, riflette una complessità sociale e politica che va compresa e affrontata con urgenza.
L’analisi del comportamento dell’elettorato tra il primo e il secondo turno rivela dinamiche significative: la coalizione Girardini-Furci ha incrementato il proprio consenso di 403 voti, mentre quella di Rocco-Fadda ha subito una perdita di 317 voti, nonostante il sostegno di liste come Avs (1.073 voti al primo turno) e Valle d’Aosta aperta (806).
Un andamento che suggerisce una ridistribuzione delle preferenze, una ricerca di alternative, forse una frustrazione nei confronti delle promesse non mantenute o delle aspettative disattese.
Di fronte a queste dinamiche, Rocco si dichiara di voler lasciare l’analisi politica e partitica agli addetti ai lavori.
È compito dei movimenti e dei partiti interrogarsi sulle ragioni di questi risultati, scavare a fondo nelle cause del disimpegno elettorale, comprendere le aspirazioni e le preoccupazioni dei cittadini.
La sfida ora è trasformare questa incertezza in un’opportunità per un dialogo costruttivo, per una governance partecipata, per una politica che sappia ascoltare e rispondere alle esigenze reali della comunità aostana, mirando a riconquistare la fiducia di chi si è allontanato dalle urne e a coinvolgere attivamente tutti i cittadini nella vita pubblica.
La riconciliazione, la ricostruzione del tessuto sociale, la ridefinizione del ruolo della politica, sono gli obiettivi imprescindibili per affrontare le sfide future e costruire un futuro di prosperità e coesione per la Valle d’Aosta.