L’incontro a Bruxelles tra l’assessore regionale agli affari europei, Luciano Caveri, e il vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto, ha delineato una chiara posizione di cautela e difesa dell’autonomia regionale in vista del nuovo ciclo di programmazione europea 2028-2034. La discussione, animata da un senso di responsabilità nei confronti delle comunità locali, ha evidenziato un rifiuto categorico di approcci centralizzatori e piani nazionali che disattendano le concrete necessità dei territori.L’assessore Caveri, esprimendo preoccupazioni legittime, ha esplicitamente preavvisato la possibilità di un conflitto istituzionale qualora la Commissione europea persistesse in direttive che si discostassero dai principi di sussidiarietà e differenziazione. Questa fermezza riflette una crescente consapevolezza dell’importanza di preservare il ruolo cruciale delle regioni nella definizione e nell’attuazione delle politiche europee.Il vicepresidente Fitto ha risposto con una dichiarazione di intenti che, pur riconoscendo la necessità di una visione comune europea, ha sottolineato l’apertura al dialogo con le regioni e la volontà di tenere conto delle loro peculiarità. La sua affermazione, volta a rassicurare le autorità regionali, è stata interpretata come un segnale di possibile convergenza su temi chiave come la gestione condivisa delle risorse finanziarie, una governance multilivello e un approccio che valorizzi le specificità locali.Il fulcro della disputa, latente ma evidente, risiede nella ridefinizione del rapporto tra le istituzioni europee e gli enti territoriali. La richiesta di mantenere un ruolo significativo per regioni e comuni nella gestione delle risorse destinate a specifiche aree non è una semplice rivendicazione burocratica, bensì l’espressione di una filosofia politica che pone al centro il cittadino e le sue esigenze.In un’Europa sempre più complessa e globalizzata, la capacità di rispondere in modo efficace alle sfide locali – dalla crisi climatica alla disoccupazione giovanile – dipende dalla capacità di integrare le prospettive regionali nelle politiche europee. Un approccio “taglia unica” rischia di generare frustrazione e disaffezione, minando la credibilità dell’Unione Europea.La promessa di una governance multilivello, se mantenuta, potrebbe rappresentare un passo avanti verso un’Europa più vicina ai suoi cittadini e più capace di promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile in tutti i suoi territori. La presentazione dei documenti definitivi della Commissione europea costituirà un momento cruciale per valutare se questa promessa si tradurrà in azioni concrete, e per comprendere se il dialogo aperto annunciato si rivelerà un vero e proprio punto di svolta nel rapporto tra Europa e regioni. La vigilanza delle autorità regionali rimarrà quindi alta, pronta a difendere con determinazione le prerogative delle comunità locali e a garantire che le politiche europee siano al servizio del bene comune.
Autonomia regionale: Caveri avverte Bruxelles, Fitto apre al dialogo
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