Il panorama politico aostaino si appresta a definire il proprio futuro con il ballottaggio del 12 ottobre.
Diego Foti, leader di “Valle d’Aosta Aperta”, un movimento che ha guadagnato una significativa, seppur minoritaria, rappresentanza (5,16%) al primo turno, esprime una posizione pragmatica e articolata riguardo alla scelta elettorale.
La sua dichiarazione, resa pubblica, si discosta da un’adesione incondizionata alla coalizione autonomista, popolare e democratica guidata da Raffaele Rocco, candidata sindaco sostenuta da una più ampia base elettorale.
La prospettiva di Foti non implica un endorsement automatico.
Viene esplicitamente negata qualsiasi intenzione di indicare un voto di fiducia verso la coalizione dominante.
Tuttavia, si apre la possibilità di un dialogo costruttivo, condotto sulla base di un’analisi programmatica precisa e non ideologica.
L’obiettivo non è l’accettazione passiva, ma l’individuazione di aree di convergenza, di proposte condivise che possano migliorare la qualità della vita nella Valle d’Aosta.
L’approccio di Foti suggerisce una volontà di contribuire attivamente al dibattito pubblico, al di là delle appartenenze partitiche.
Si tratta di un’offerta di collaborazione focalizzata sulla sostanza, sulla capacità di incidere sulle decisioni future, piuttosto che sulla ricerca di posizioni di potere.
La rinuncia a pretese di cariche amministrative sottolinea l’impegno verso un agire politico orientato al bene comune e non alla personalizzazione del ruolo.
Un esempio emblematico di potenziale convergenza è rappresentato dalla ristrutturazione del mercato coperto.
Questa tematica, condivisa come problematica prioritaria da entrambi i poli politici, offre una concreta opportunità di collaborazione e di definizione di soluzioni condivise.
Un’apertura da parte della coalizione Rocco-Fadda in merito a questa e ad altre questioni programmatiche faciliterebbe la ricerca di un terreno comune e la possibilità di costruire un futuro per la Valle d’Aosta che tenga conto delle istanze di tutte le forze politiche.
In sostanza, il messaggio è chiaro: il voto al ballottaggio non sarà un atto di cieca fiducia, ma un’opportunità per esercitare un’influenza positiva sulla direzione futura della regione attraverso un dialogo aperto e costruttivo.