Il caos gioca i suoi tristi numeri anche in Valle d’Aosta, dove la maggioranza di sinistra si appresta a lasciare l’eredità di una legge elettorale ancora imprecisa ai cittadini. Ad appena quattro mesi dalle elezioni regionali e comunali, il Pd ha voluto “prepararsi” cambiando in extremis le regole del gioco, facendo impugnare la stessa legge sull’election-day, approvata a marzo, nonostante i segnali d’allarme lanciati. Una mossa che sembra il sintomo di una maggioranza fuori controllo e in cortocircuito, pronta a riformarsi per assicurare sé stessa ma non certo la trasparenza o l’efficienza delle operazioni.La nota del coordinamento regionale di Forza Italia Valle d’Aosta fa notare come il Pd abbia introdotto, in via eccezionale e su indicazione della leadership regionale, un limite dei mandati di 5.000 abitanti nei comuni; un’aggiunta non prevista dal testo originario ma voluta per garantire al partito numeri sufficienti. Sembra l’ennesima dimostrazione di come la politica possa diventare arte dell’ipocrita, dove ciò che conta è la legittimità elettorale del partito piuttosto che la legalità delle proprie scelte.Il problema non sta soltanto nel fatto che questa mossa sia stata intrapresa senza preavviso, ma anche nell’impatto che potrebbe avere sulle operazioni di voto. Una politica che finisce per generare vuoti normativi e dubbi interpretativi rischia inevitabilmente di disorientare i cittadini e danneggiare la credibilità dei propri rappresentanti.È tempo, dunque, per le istituzioni regionali in Valle d’Aosta a mostrare maggiore senso della responsabilità e una vera volontà di rinnovamento. È necessario recuperare il dialogo con i cittadini e ripristinare la coerenza tra progetti politici e normativa. La Valle d’Aosta merita un futuro più solido, fondato su principi solidi e su leggi chiare.