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giovedì 6 Novembre 2025

Paralisi politica in Valle d’Aosta: crisi di rappresentanza e riforma elettorale urgente.

La Valle d’Aosta si trova intrappolata in una paralisi politica, un’eco amplificata dall’assenza di una chiara maggioranza un mese dopo le elezioni.
Questa situazione non è un mero inconveniente amministrativo, ma il sintomo di una profonda crisi di rappresentanza, radicata in un sistema elettorale intrinsecamente difettoso.

L’attuale normativa, lungi dal favorire la governabilità, incentiva manovre opportunistiche, spostamenti ideologici a seconda delle circostanze e una fluidità che svuota di significato l’atto del voto.
La critica, espressa con chiarezza da Avs-Rete Civica, va oltre la semplice denuncia della difficoltà a formare una giunta.
Il problema non è la ricerca di compromessi, ma la sua strumentalizzazione.

La politica, nel suo significato più profondo, non dovrebbe essere un mercato di favori, un’equazione dove l’ideologia è variabile indipendente da bilanciare per ottenere un risultato (il potere).

Si tratta, invece, di un impegno etico, un percorso orientato alla realizzazione di un progetto collettivo, fondato su valori condivisi e una visione del futuro.
L’assenza di chiarezza politica mina la fiducia dei cittadini.
La comunità ha il diritto di sapere con quali principi si allineano coloro che ambiscono a rappresentarla.
Un governo stabile e capace di agire, di programmare e di prendere decisioni responsabili non può nascere da un’alleanza pragmatica, ma da una piattaforma politica solida, definita e trasparente.

Il calcolo strumentale, la logica del “chi entra, chi resta fuori”, diventa il motore principale, soffocando ogni aspirazione a una politica di visione.
La responsabilità di questo stallo, secondo Avs-Rc, ricade su forze politiche come l’Union Valdôtaine e il Partito Democratico, che hanno opposto resistenza a una riforma elettorale che avrebbe affrontato il nodo cruciale della stabilità.

La pretesa di mantenere un sistema comodo per chi manovra, a discapito della volontà popolare, è una ferita aperta nel tessuto democratico regionale.
Si auspica una legge elettorale che imponga una scelta politica preliminare, obbligando i movimenti a dichiararsi apertamente, a rivelare le proprie affiliazioni ideologiche.
La politica non può essere un gioco di bilanci precari, una danza incessante di compromessi momentanei.
È imperativo recuperare un senso di direzione, un’identità politica definita.

La Valle d’Aosta merita una politica che sia espressione della volontà popolare, non un mero esercizio di potere.

Il diritto a una rappresentanza fedele e responsabile è un diritto inalienabile, e la sua negazione è un affronto alla democrazia stessa.
La ricerca di una politica basata su principi e non su calcoli elettorali è il presupposto necessario per una Valle d’Aosta più giusta e prospera.

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