La procedura per l’indizione di un referendum popolare sulla legge approvata dal Consiglio regionale il 27 febbraio è stata investita da una complessa vicenda amministrativa, sollevando interrogativi sulla validità del percorso avviato dal Comitato promotore. Dalle prime verifiche condotte sull’insieme delle 2.273 firme depositate, emerge un quadro di irregolarità significative che ne compromettono l’ammissibilità.Nello specifico, l’analisi ha rilevato che 158 firme risultano non valide, un numero considerevole che incide pesantemente sul quorum necessario per l’indizione del referendum. La ragione principale di questa invalidità risiede in una lacuna procedurale: il consigliere regionale Luca Distort, esponente della Lega Vda, promotore dell’iniziativa referendaria, non ha ottemperato all’obbligo di richiedere e ricevere l’autorizzazione preventiva per la raccolta e la validazione delle firme. Questo adempimento formale, previsto dalla normativa regionale, rappresenta un presupposto imprescindibile per garantire la legittimità dell’intero processo.La mancata ottemperanza a questo requisito incide direttamente sulla capacità del Comitato promotore di raggiungere il numero di firme richieste per l’indizione del referendum, che, secondo la legge, si attesta a 2.117. La presenza di un numero elevato di firme invalide riduce drasticamente il totale delle firme ammissibili, avvicinando il Comitato promotore al limite di non superamento del quorum necessario.Nonostante le criticità emerse nella fase di verifica delle firme, sette consiglieri regionali, in ottemperanza alle disposizioni di legge, hanno comunque presentato formalmente la richiesta di referendum la scorsa settimana. Questa azione solleva questioni di ordine procedurale e interpretativo in merito alla possibilità di procedere con l’indizione del referendum nonostante le irregolarità riscontrate nelle firme raccolte.La vicenda si configura come un esempio emblematico delle complessità e delle possibili criticità che possono sorgere nell’attuazione di strumenti di democrazia diretta come il referendum popolare. La questione solleva interrogativi sulla necessità di una maggiore chiarezza e rigore nella definizione delle procedure per la raccolta e la validazione delle firme, al fine di garantire la legittimità e la trasparenza dell’intero processo referendario e prevenire contestazioni e ricorsi. L’esito della verifica e le eventuali azioni che seguiranno saranno determinanti per il futuro dell’iniziativa referendaria e per l’evoluzione della normativa regionale in materia di democrazia diretta.
Referendum a rischio: Irregolarità nelle firme mettono in dubbio la validità
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