venerdì 10 Ottobre 2025
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Aosta

Renzo Testolin e Bertschy: Battaglia per la Rieleggibilità in Regione

Il Consiglio Valle della Regione si trova ad affrontare una delicata questione di legittimità costituzionale riguardante la ricandidabilità del Presidente Renzo Testolin e del Vicepresidente Luigi Bertschy all’interno della prossima Giunta regionale.

L’aula, con un voto che riflette una profonda spaccatura politica, ha approvato la richiesta di un ulteriore parere “pro veritate”, un atto formale che si affida a un esperto di diritto costituzionale esterno per dirimere la disputa interpretativa.

Il cuore della controversia risiede nell’applicazione della legge regionale 21/2007, che disciplina il mandato dei membri della Giunta e solleva dubbi circa l’ammissibilità di una quarta elezione consecutiva per i due esponenti.
La richiesta di un terzo parere, sostenuta dal Presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, insieme ad Aurelio Marguerettaz e Corrado Jordan (rappresentanti di Uv), si pone come tentativo di chiarire un quadro normativo che ha generato interpretazioni divergenti.
Il voto contrario di Paolo Sammaritani e Luca Distort (Lega) evidenzia la natura profondamente politicizzata della questione.

La disputa interpretativa è stata innescata dalla presentazione di due pareri “pro veritate” contrastanti.
Inizialmente, il professor Enrico Grosso, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Torino, aveva espresso il parere che Testolin e Bertschy fossero pienamente rieleggibili, consentendo loro di ricoprire nuovamente una carica nella Giunta regionale durante la legislatura 2025-2030.

Successivamente, la consigliera Chiara Minelli (Pcp), rieletta con Avs, ha introdotto una prospettiva opposta, facendo pervenire un parere, datato 20 febbraio, del professor Andrea Morrone, ordinario di Diritto costituzionale e giustizia costituzionale all’Università di Bologna, che nega la possibilità di una quarta candidatura consecutiva.

La decisione di richiedere un terzo parere solleva interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche e sulla separazione tra competenze tecniche e decisioni politiche.

Come sottolineato da Paolo Sammaritani, il procedimento è percepito da alcuni come un’operazione tendenzialmente politica, volta a fornire un supporto interpretativo all’Uv nella definizione della composizione della nuova Giunta.
Questa critica riflette una preoccupazione riguardo alla strumentalizzazione di un atto formale per fini partitici, minando l’oggettività e l’imparzialità che dovrebbero contraddistinguere l’azione istituzionale.
Il tempo stringe.
L’obiettivo è che il parere del costituzionalista designato sia disponibile in tempo utile per la formazione della nuova Giunta regionale, in concomitanza con la convocazione del primo Consiglio rinnovato dal voto del 28 ottobre.

La questione, pertanto, non è solo una disputa interpretativa, ma un nodo cruciale per la continuità istituzionale e la legittimità del processo decisionale che guiderà la Regione nei prossimi anni.

Il processo di selezione dell’esperto, affidato agli uffici del Consiglio Valle, dovrà garantire la massima competenza e indipendenza, al fine di contribuire a una risoluzione equilibrata e trasparente della controversia.

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