La vicenda che coinvolge Chiara Minelli (Pcp) e le accuse di interferenza politica all’interno della Cva Eos si è intensificata con una veemente replica da parte del consigliere regionale leghista Simone Perron. La questione, nata dalle dichiarazioni di Minelli in merito a presunte “segnalazioni” riguardanti i verbali della Cva, rivela una profonda spaccatura politica e solleva interrogativi inquietanti sulla trasparenza e l’integrità delle operazioni societarie.Perron, nella sua risposta, non si limita a contestare le affermazioni di Minelli, ma le interpreta come sintomo di una più ampia crisi di orientamento all’interno della sinistra politica. L’errore, come lo definisce il consigliere, risiede nella presunta confusione di Minelli, che sembra equiparare la difesa della Cva, ente pubblico virtuoso e cruciale per le finanze regionali, con la protezione dei suoi dirigenti. Tale fraintendimento, secondo Perron, riflette una dinamica ricorrente: un’apparente difesa delle società pubbliche, accompagnata da azioni concrete volte a delegittimare e smantellare tali enti.L’escalation della vicenda si fa ancora più complessa con l’emergere di documenti trafugati e consegnati ad un assessore, pochi giorni prima che emergessero le accuse di interferenza. Questa coincidenza, sottolinea Perron, alimenta sospetti di un collegamento diretto o indiretto tra le due vicende, suggerendo un quadro di manovre politiche più ampie e potenzialmente illegali.Il consigliere leghista accusa implicitamente Minelli di contribuire, con le sue azioni e dichiarazioni, a un disegno più ampio volto a indebolire la Cva. L’ipotesi paventata è quella di una frammentazione dell’ente, con la creazione di una struttura “in-house” che comporterebbe danni economici ingenti per la Regione Valle d’Aosta, aggravando la situazione finanziaria dei cittadini valdostani.La vicenda solleva interrogativi cruciali sul ruolo della politica nella gestione delle società pubbliche, sulla necessità di garantire la trasparenza delle operazioni societarie e sulla tutela dell’integrità degli enti pubblici. La richiesta esplicita di Minelli di rivelare l’identità delle persone che le hanno fornito le “segnalazioni” diventa quindi non solo una questione di correttezza procedurale, ma un imperativo per dirimere una disputa politica che rischia di compromettere la stabilità di un’istituzione fondamentale per la Valle d’Aosta. La questione non è meramente procedurale, ma investe la credibilità del sistema politico e la sua capacità di gestire il bene comune.
Scissione politica e accuse: la Cva Eos al centro della tempesta.
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