lunedì 20 Ottobre 2025
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Valle d’Aosta: Avs-Rete civica contesta l’assegnazione dei seggi.

Un’onda di preoccupazione e richiesta di trasparenza si sta sollevando in Valle d’Aosta, con Avs-Rete civica pronta a impugnare, attraverso un’istanza di autotutela presentata all’Ufficio Elettorale del Tribunale di Aosta, il provvedimento di assegnazione dei seggi nelle recenti elezioni regionali.

L’azione, guidata dalla consigliera regionale Chiara Minelli, non si configura come un attacco gratuito, bensì come il frutto di un’attenta analisi dei verbali elettorali che ha evidenziato incongruenze significative, destando legittimi interrogativi sulla correttezza del processo di assegnazione.
La vicenda è particolarmente delicata: inizialmente ad Avs-Rete civica era stata attribuita una rappresentanza di tre seggi, un dato poi ridotto a due a seguito di una verifica approfondita sui voti contestati.
Questa riduzione, sebbene formalmente giustificata, suscita dubbi che trascendono la mera matematica delle preferenze, investendo principi fondamentali di equità e accuratezza nel sistema elettorale.
L’istanza di autotutela rappresenta il primo passo di un percorso potenzialmente più ampio, volto a garantire che il processo elettorale rispetti rigorosamente le norme e i principi costituzionali.
La volontà di Avs-Rete civica è quella di ottenere una revisione della decisione, non solo in termini di attribuzione numerica dei seggi, ma anche per accertare la validità e la conformità delle procedure seguite.

L’azione si pone come esempio di controllo democratico e di impegno civico, sottolineando l’importanza che ogni forza politica, a prescindere dalla sua dimensione, senta la responsabilità di vigilare sulla correttezza delle elezioni.
Qualora l’istanza di autotutela dovesse risultare infondata, Avs-Rete civica si riserva la possibilità di adire altre sedi legali, dimostrando la propria determinazione a tutelare il diritto alla rappresentanza e a salvaguardare l’integrità del sistema elettorale regionale.

La vicenda si prospetta come un banco di prova per il tribunale e per la sua capacità di garantire un’interpretazione equa e imparziale delle norme elettorali.

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