mercoledì, 4 Giugno 2025
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Valle d’Aosta: Referendum sulla riforma elettorale del Consiglio

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La recente approvazione, il 27 febbraio scorso, da parte dell’Assemblea legislativa regionale della legge statutaria relativa alla riorganizzazione del sistema elettorale del Consiglio Valle ha innescato una dinamica che vede coinvolti diversi attori politici e che culmina nella richiesta di referendum confermativo avanzata da una coalizione di consiglieri. In particolare, i membri della Lega Vallée d’Aoste – Luca Distort, Raffaella Foudraz, Erik Lavy, Andrea Manfrin, Simone Perron, Paolo Sammaritani – unitamente al gruppo Misto, rappresentato da Diego Lucianaz, hanno formalmente sollevato la questione dinanzi alla Presidenza del Consiglio regionale.Questa iniziativa si radica nell’articolo 15 dello Statuto speciale per la Valle d’Aosta, che prevede la possibilità di sottoporre a referendum le leggi di natura statutaria approvate dall’Assemblea legislativa. La norma consente a due categorie di soggetti di attivare la procedura referendaria: una soglia numerica di elettori (un cinquantesimo del corpo elettorale, corrispondente a 2.117 cittadini) o un quinto dei consiglieri regionali (in questo caso, 7 su 35). Il termine entro il quale la richiesta poteva essere presentata è scaduto il 4 marzo 2025, data di pubblicazione della legge sul Bollettino Ufficiale della Regione, e riflette una sensibilità verso la necessità di un coinvolgimento diretto della cittadinanza nelle decisioni che riguardano l’architettura del sistema politico regionale.La legge statutaria in questione, oltre alla reintroduzione del sistema delle tre preferenze, introduce anche disposizioni relative alla rappresentanza di genere all’interno del Consiglio Valle. L’introduzione di meccanismi di rappresentanza di genere – che impongono una certa proporzione di candidati eletti per genere – è un tema complesso che, a livello nazionale e internazionale, suscita dibattiti riguardanti l’equilibrio tra principi di uguaglianza, meritocrazia e rappresentatività. La decisione di sottoporre tale riforma a referendum riflette, quindi, una volontà di valutare, attraverso l’espressione diretta della volontà popolare, la legittimità e l’opportunità di tali misure.Il referendum confermativo, in quanto atto di indirizzo politico, assume un significato peculiare. La sua esito non sarà vincolante nel senso stretto del termine, ma fornirà un’indicazione chiara e inequivocabile della percezione da parte della collettività riguardo alle scelte legislative operate dall’Assemblea. Un voto positivo rafforzerebbe la legittimità della legge e ne favorirebbe l’implementazione, mentre un esito negativo ne determinerebbe la decadenza, obbligando i legislatori a riconsiderare l’approccio e le soluzioni proposte. È importante sottolineare che, in questo tipo di referendum, non è previsto alcun quorum minimo di votanti, il che significa che la validità dell’espressione referendaria non è condizionata da una soglia minima di partecipazione elettorale. L’affluenza alle urne, pur non essendo un requisito di validità, costituirà un indicatore importante del grado di interesse e di coinvolgimento della cittadinanza rispetto alle questioni politiche regionali.

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