mercoledì 1 Ottobre 2025
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Valle d’Aosta: Svolta Politica, Addio ai Pilastri del Passato

La recente tornata elettorale regionale in Valle d’Aosta ha riservato sorprese e ha segnato un profondo ridisegno del panorama politico locale, con un numero significativo di figure di spicco, precedentemente considerate pilastri delle rispettive formazioni, che non sono riuscite a riconquistare un seggio in consiglio regionale.
Questo esito, al di là delle singole dinamiche interne ai partiti, suggerisce una più ampia riflessione sulla capacità di rappresentanza e sulla percezione del consenso da parte della classe dirigente locale.
L’Union Valdotaine, forza storica nel contesto regionale, ha visto la mancata rielezione di personalità di rilievo come Luciano Caveri, ex presidente della Regione e assessore agli affari europei, Roberto Barmasse, precedentemente a capo dell’assessorato alla sanità, Cristina Machet, figura di riferimento del movimento, e Roberto Rosaire.
La loro esclusione dal nuovo consiglio solleva interrogativi sulla strategia elettorale del partito e sulla sua capacità di intercettare le nuove istanze del territorio.

Anche all’interno di Avs-Rete Civica, Manuela Nasso, ex consigliera, e Katya Foletto, consigliera di parità, non hanno ottenuto il consenso necessario per un nuovo mandato, evidenziando una possibile difficoltà nel consolidare il proprio elettorato.
Il Partito Democratico, tradizionalmente presente con un gruppo significativo in consiglio, ha visto l’inattesa “bocciatura” di esponenti di lunga data come Antonino Malacrinò, Paolo Cretier, Andrea Padovani, il segretario regionale Luca Tonino e l’ex segretaria Sara Timpano.

Questa débacle elettorale segna un momento di profonda riorganizzazione per il partito e pone interrogativi sulla sua leadership e sulle sue politiche.

Gli Autonomisti di Centro, pur rimanendo una forza rilevante, hanno visto l’uscita dal consiglio di figure esperte come Aldo Di Marco, Claudio Restano, Dennis Brunod, Dino Planaz e Roberto Luboz.
La perdita di queste esperienze potrebbe incidere sulla continuità delle politiche regionali.
Nel centrodestra, Fratelli d’Italia non ha eletto Lorenzo Aiello, mentre il coordinatore regionale di Noi Moderati, Orlando Navarra, è rimasto fuori.

Forza Italia-La Renaissance, invece, non ha visto riconfermato l’esponente Philippe Milleret, né l’ex assessore Elso Gerandin, il consigliere uscente Christian Ganis, il vice sindaco di Valtournenche Massimo Chatrian.
La Lega, infine, ha perso Erik Lavy, Raffaella Foudraz, Paolo Sammaritani (ex assessore) e Luca Distort, figure che hanno contribuito a definire l’azione politica del partito nel corso del precedente mandato.

Infine, le due liste che non hanno superato la soglia di sbarramento hanno visto l’esclusione di figure come Erika Guichardaz, Daria Pulz ed Elisa Tripodi (per Valle d’Aosta Aperta) e Diego Lucianaz e Adriana Vierin (per Valle d’Aosta Futura).
La loro mancata elezione testimonia la difficoltà di queste formazioni nel radicarsi nel tessuto elettorale regionale.
L’esito di queste elezioni, quindi, non è semplicemente un elenco di “bocciature” individuali, ma un campanello d’allarme per l’intera classe politica regionale, che dovrà interrogarsi sulla propria capacità di ascolto, di innovazione e di rappresentanza delle esigenze reali della comunità valdostana.

Si apre ora una fase di transizione, in cui la composizione del nuovo consiglio regionale dovrà confrontarsi con le sfide complesse che attendono la Valle d’Aosta.

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