L’esito del voto, pur non corrispondendo alle aspettative più ampie, rappresenta un punto di partenza, non un epilogo. La consapevolezza di una sfida impegnativa, alimentata da un astensionismo che si è confermato elemento cruciale, non deve scoraggiarci, bensì stimolarci a un’analisi più approfondita e a un impegno rinnovato. Le 28.000 voci che si sono espresse attraverso il voto costituiscono un solido nucleo su cui costruire un futuro di partecipazione più ampia e consapevole.Come ha sottolineato Vilma Gaillard, segretaria della Cgil Valle d’Aosta, il nostro dovere ora è intensificare il dialogo con la collettività, focalizzandoci in particolare sulle nuove generazioni. Non si tratta semplicemente di promuovere l’esercizio del diritto di voto, ma di costruire una cultura civica che comprenda la partecipazione democratica come strumento essenziale per la costruzione di un futuro più giusto e equo. È necessario che i cittadini, e soprattutto i giovani, comprendano che la propria voce, il proprio contributo, sono fondamentali per plasmare le politiche che li riguardano. La campagna referendaria, sebbene complessa e a tratti ardua, ha rafforzato il nostro senso di appartenenza e ha testimoniato la forza dei valori di solidarietà e impegno sociale che animano la Cgil. Questa esperienza ci fornisce una base solida per proseguire con rinnovato slancio nel nostro lavoro di rappresentanza, contrattazione e sensibilizzazione. La prevenzione, l’informazione e la promozione di servizi alla persona rimangono al centro della nostra azione, perché crediamo fermamente che nessuno debba essere lasciato indietro. La Cgil ha sempre operato in questa direzione e continuerà a farlo, consapevole del proprio ruolo di garante dei diritti e di promotore del bene comune. Il voto è un diritto, ma la partecipazione attiva è un dovere civico.
Voto: un punto di partenza, non un limite.
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