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lunedì, 12 Maggio 2025
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Aosta, l’evoluzione del commercio ha portato alla chiusura di numerosi negozi nel corso degli ultimi 11 anni.

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09 febbraio 2024 – 10:55

Dal 2012 al giugno 2023, il panorama del commercio al dettaglio ad Aosta ha subito importanti cambiamenti. Il numero di negozi all’interno del centro storico è diminuito da 250 a 178, mentre nel resto del territorio comunale è passato da 224 a 165. Questo significa che un quarto delle imprese (131 su 474, pari al 27,6%) ha dovuto chiudere definitivamente i battenti. Tuttavia, c’è stata una tendenza opposta nel settore dei pubblici esercizi: i bar e i ristoranti nel cuore della città sono aumentati da 112 a 121, e fuori dal centro storico da 119 a 133. Nonostante ciò, rispetto al 2019, l’anno precedente alla pandemia da Covid-19, il numero di bar e ristoranti è diminuito sia nelle vie centrali (da 130 a 121) che nel resto del territorio (da 138 a 133).Questi dati provengono dall’elaborazione dell’Ufficio studi Confcommercio basata sui dati del Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.Secondo Ermanno Bonomi, presidente Confcommercio Aosta, per contrastare gli effetti negativi di questa situazione, il commercio di prossimità deve puntare sull’innovazione e sulla ridefinizione dell’offerta. Inoltre, è fondamentale valorizzare i rapporti umani tra commercianti e acquirenti. Questi aspetti rappresentano le uniche opportunità per il commercio fisico tradizionale di contrastare la crescente presenza dell’e-commerce. Bonomi sottolinea anche l’importanza che le strategie delle amministrazioni comunali siano orientate a salvaguardare le imprese esistenti e a favorire l’insediamento di nuove attività produttive, partendo dalla questione della disponibilità di posti auto nelle vicinanze del centro storico.Graziano Dominidiato, presidente Fipe Confcommercio Valle d’Aosta, fa notare che, nonostante la scomparsa delle unità locali di commercio al dettaglio, si sta assistendo alla ridefinizione dell’offerta con l’apertura di bar e ristoranti, grazie anche all’afflusso turistico. Nonostante il risultato negativo nel settore del commercio, i pubblici esercizi possono ancora trovare ampio spazio diversificando meglio l’offerta e puntando sulla qualità delle proposte.

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