Il comune di Charvensod ha recentemente concluso un percorso commemorativo profondamente sentito, culminato in un omaggio solenne ai suoi caduti. L’evento, avviato il 30 novembre con l’inaugurazione del Memoriale, che ha visto la deposizione simbolica della “Terra di Schio e Salonicco” in onore di Damien Lucianaz e Romain Blanc, si è concretizzato oggi con un tributo a Guido Saba, Ives Pellissier, Luigi Vazier, Giuseppe Donzel e Maurizio Lucianaz.L’iniziativa “Oltre il tempo” ha preso forma con il trasferimento, ieri mattina, delle spoglie di Guido Saba dal sacrario di Aosta alla sala consiliare di Charvensod, dove si erano già unite quelle di Pellissier e Vazier. Questa scelta, carica di significato, ha voluto creare un punto di raccoglimento e riflessione, preludio al concerto “Musica e parole per Guido Saba”, un omaggio all’uomo e alla memoria della sua fucilazione avvenuta ottant’anni fa, evento tragico che ancora oggi risuona nella comunità.La cerimonia odierna ha visto il corteo funebre partire dal municipio per raggiungere il Monumento ai caduti, luogo definitivo del riposo per Guido Saba, Ives Pellissier e Luigi Vazier. Un momento di profonda commozione ha accompagnato lo svelamento delle targhe commemorative incise sulle tombe di famiglia di Giuseppe Donzel e Maurizio Lucianaz, sigilli eterni di un sacrificio che ha segnato la storia del paese.Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha espresso con parole intense il significato di questo ritorno a casa, descrivendo i caduti come giovani che hanno offerto la loro vita, i loro sogni, la loro innocenza, affinché le generazioni successive potessero godere della libertà e della possibilità di fare scelte consapevoli. “Guido, Ives, Luigi, Giuseppe e Maurizio vivono in noi”, ha affermato, sottolineando la perpetuità del loro esempio.Il sindaco, Ronny Borbey, ha esteso il pensiero ai caduti della Seconda Guerra Mondiale, inclusi Eugenio Borbey e Renato Linty, dispersi in Russia, e ai dieci uomini persi durante la Prima Guerra Mondiale. “La loro memoria non è un peso del passato, ma una chiamata all’azione,” ha dichiarato, invitando la comunità a riflettere sul significato del sacrificio e a trasformare il ricordo in un impegno concreto per il futuro. Il Memoriale, in questa prospettiva, non è solo un luogo di commemorazione, ma un catalizzatore di riflessione e un punto di partenza per la costruzione di una società più giusta e pacifica, in cui gli errori del passato non si ripetano. L’atto di ricordare, quindi, si configura come un imperativo morale, un dovere nei confronti di coloro che hanno pagato il prezzo più alto per la libertà.