La recente iniziativa del Dipartimento Sanità della Lega, culminata in un incontro pubblico ad Aosta e nella presentazione di un progetto di legge nazionale, si configura come un tentativo di rielaborazione profonda del modello assistenziale territoriale, con particolare attenzione al ruolo e all’autonomia degli infermieri e degli altri professionisti sanitari. Coordinato da Emanuele Monti, in sinergia con il capogruppo Lega in Valle d’Aosta, Andrea Manfrin, il progetto mira a superare le criticità strutturali che affliggono il sistema sanitario regionale, e potenzialmente nazionale, evidenziando come la centralità del cittadino e la prossimità dei servizi siano elementi imprescindibili per una sanità efficiente e realmente inclusiva.L’intervento si pone come risposta a una problematica complessa: la progressiva erosione della capacità del sistema sanitario di garantire un’assistenza tempestiva e adeguata alla popolazione. Le statistiche regionali, descritte nel comunicato, dipingono un quadro allarmante. L’inaccessibilità ai pronto soccorso per quasi la metà della popolazione valdostana, l’aumento dei tempi di attesa per le cure oncologiche, e la drammaticamente bassa percentuale di assistenza domiciliare per gli anziani, non sono solo dati numerici, ma incarnano la frustrazione e la vulnerabilità di una comunità. Il fatto che più di un quarto della popolazione abbia superato la soglia dei 65 anni aggrava ulteriormente la situazione, sottolineando la crescente domanda di servizi sanitari dedicati alla popolazione anziana e fragile.La proposta di legge non si limita a una semplice rimodulazione delle risorse, ma ambisce a un cambiamento di paradigma. Riconoscere piena dignità e autonomia agli infermieri e agli altri professionisti sanitari significa liberarli dalle rigidità burocratiche che spesso ne limitano l’operatività e la capacità di rispondere alle reali esigenze dei pazienti. Questo implica la possibilità di agire in maniera più proattiva, di sviluppare percorsi di cura personalizzati, e di collaborare in modo più efficace con gli altri professionisti coinvolti nell’assistenza. L’attenzione alla presa in carico domiciliare, in particolare, rappresenta una strategia cruciale per contrastare l’isolamento sociale degli anziani, prevenire ricoveri ospedalieri evitabili, e alleviare la pressione sugli ospedali.Inoltre, la proposta si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sul futuro della professione infermieristica, che si trova ad affrontare sfide sempre più complesse, legate all’invecchiamento della popolazione, alla crescente prevalenza di malattie croniche, e alla necessità di integrare le nuove tecnologie nell’assistenza sanitaria. Riconoscere il ruolo chiave degli infermieri, fornendo loro maggiore autonomia e responsabilità, non solo migliora la qualità dell’assistenza, ma contribuisce anche a valorizzare una professione fondamentale per il sistema sanitario nazionale. La misura, in definitiva, si prefigge di gettare le basi per una sanità più accessibile, equa, e orientata al benessere del cittadino.