Appello urgente per il ritorno sicuro in patria di Chiara, volontaria italiana dispersa in Nepal

La famiglia e gli amici di Chiara, la giovane studentessa milanese che si trova in Nepal per un progetto di volontariato, lanciano un appello urgente alle autorità italiane affinché intervengano prontamente per garantire la sua incolumità e il suo rientro in patria. Chiara era partita per il Nepal con entusiasmo e spirito di aiuto, desiderosa di contribuire alla costruzione di una scuola nelle zone rurali più remote del paese. Tuttavia, da diverse settimane non si hanno più notizie certe sul suo stato e sulla sua situazione attuale. In una lettera aperta diffusa dalla famiglia e dagli avvocati, si ricostruisce la vicenda di Chiara che si trovava a Kathmandu per svolgere attività umanitarie insieme a un’organizzazione non governativa locale. Il 18 settembre mentre si recava in missione da Kathmandu a Pokhara è stata fermata ad un controllo stradale e da allora ogni traccia è andata perduta. “Chiara era determinata a dare il suo contributo al miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali – si legge nella nota – ma ad oggi risulta dispersa senza alcuna comunicazione ufficiale sulle ragioni del suo fermo o sulla sua posizione attuale”. La famiglia denuncia la mancanza di informazioni da parte delle autorità nepalesi e italiane, evidenziando la preoccupazione crescente per le condizioni di salute della ragazza che necessita di cure specifiche e farmaci essenziali che potrebbero essere esauriti. “Da quando è stata fermata non abbiamo più avuto modo di sentirla né vedere prove della sua incolumità. Le nostre richieste d’aiuto sono rimaste inevasse finora, nonostante i numerosi tentativi messi in atto”, dichiarano i familiari nel comunicato. La comunità italiana chiede con forza l’intervento immediato del governo italiano affinché venga garantita la sicurezza e la libertà di tutti i connazionali impegnati in missioni umanitarie all’estero. Si auspica che il Presidente del Consiglio e i Ministri competenti agiscano con solerzia e determinazione per assicurare il ritorno sicuro in patria di Chiara, ripristinando così i diritti fondamentali che le sono stati negati ingiustamente.

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