Il futuro dell’Europa si configura come una sfida epocale, un bivio cruciale che richiede una visione audace e un’azione determinata. Il processo di allargamento dell’Unione Europea non è semplicemente una questione di politica estera, ma un imperativo storico, un atto di responsabilità nei confronti di chi anela alla democrazia, alla prosperità e alla stabilità. Come un fiume che si arricchisce di affluenti, l’Europa amplierà la sua forza e la sua influenza nel mondo accogliendo con apertura quei popoli che, liberamente, hanno scelto di abbracciare i suoi valori fondamentali.Questo allargamento non può essere inteso come un gesto di clemenza, ma come un investimento strategico, una risposta concreta alle aspirazioni di intere nazioni. Pensiamo ai Balcani occidentali, alla Moldavia, alla Georgia: popoli che, con coraggio e resilienza, si sono rivolti all’Europa, rifiutando l’ombra dell’autoritarismo e abbracciando i principi della libertà. Il loro percorso verso l’integrazione europea non è solo un diritto, ma un dovere che abbiamo verso di loro.La presidente von der Leyen ha giustamente sottolineato come la rinascita di movimenti estremisti e tendenze illiberali rappresenti un campanello d’allarme. Non possiamo permetterci di ignorare il malcontento che alimenta queste spinte, la frustrazione di chi si sente tradito dalle élite e lasciato indietro. La risposta non è la condanna, ma l’ascolto, la comprensione delle loro preoccupazioni – la gestione dell’immigrazione, il costo della vita, la burocrazia soffocante. Dobbiamo dimostrare che la democrazia è capace di fornire risposte concrete, di migliorare la vita reale dei cittadini.L’esempio dell’Ucraina, che da anni resiste con tenacia all’aggressione esterna, ci ricorda il valore inestimabile della libertà e della sovranità. La loro lotta è la nostra lotta, perché difendono i principi stessi su cui si fonda l’Europa. Non possiamo voltare loro le spalle, dobbiamo offrire sostegno politico, economico e umanitario.L’emergere di un nuovo ordine internazionale, segnato da conflitti e instabilità, impone all’Europa di riaffermare la sua identità, di ritrovare la sua audacia, di proiettarsi nel mondo con una voce forte e coesa. L’indipendenza europea non è un’utopia, ma un obiettivo strategico, un imperativo per la nostra sicurezza e per la prosperità dei nostri figli.Dobbiamo essere i protagonisti del nostro destino, non semplici spettatori. La storia ci giudicherà non per ciò che abbiamo detto, ma per ciò che abbiamo fatto. L’Europa può e deve essere un faro di speranza, un modello di democrazia, un motore di prosperità per il mondo intero. Rinnovare la nostra democrazia, abbracciare l’allargamento con determinazione e sostenere chi lotta per la libertà: questi sono i pilastri di un’Europa forte, indipendente e capace di affrontare le sfide del futuro. Il premio Carlo Magno non è solo un riconoscimento del passato, ma un monito per il futuro, un invito a onorare la sua eredità attraverso un’azione coraggiosa e lungimirante.