Nella saletta luminosa del cinema Mexico a Milano, l’aria è carica di attesa e curiosità mentre la proiezione di “Motel Jacaranda” sta per iniziare. Un titolo che richiama il fascino dei motorini americani e dei motel d’infinito che sembrano danzare sulla strada, ma anche l’idea di un luogo dove i sogni si concretizzano e le storie si intrecciano.Il regista-autore, Antonio Marras, è seduto in prima fila insieme a Gianni Canova, storico del cinema e rettore dell’IULM. La sua passione per il cinema è fin da giovane un sospetto, ma con questo cortometraggio realizza infine un sogno che porta dentro di sé da sempre – raccontare storie mediante immagini, suoni e abiti come fossero parole di una sceneggiatura emotiva.Il Motel Jacaranda è il luogo dove l’artista sardo riunisce i diversi aspetti della sua creatività: moda, pittura, danza, parola e cinema. Un universo che fluttua tra sogno e realtà, come l’universo di Marras stesso, un punto d’incontro dove le storie dei personaggi si intrecciano con la storia dei due divi di Hollywood, Anna Maria Pierangeli e James Dean.La proiezione inizia, e i visitatori sono rapiti dalla magia del film. Un susseguirsi di immagini suggestive e potenti che creano un’unione perfetta tra cinema, arte e sogni. Marras ci trasporta in un mondo dove l’arte è vita e la vita è arte, dove non c’è distinzione tra realtà e sogno, ed è solo la visione a guidarci attraverso questo paesaggio di emozioni.Il Motel Jacaranda è dunque il luogo del sogno, un luogo di trasformazione, dove le storie si intrecciano in una danza di colori e immagini. L’opera di Marras rappresenta l’epifania della sua passione per il cinema e la sua visione artistica. È un omaggio ai due divi di Hollywood e a tutta la cultura del film classico, ma anche un viaggio nella realtà stessa.I visitatori rimangono seduti nel buio dopo che le luci si sono accese, in silenzio, immersi nell’emozione suscitata dal film. È il primo cortometraggio di Marras, e già è qualcosa di speciale – un’opera d’arte completa che richiama l’universo creativo del designer sardo, dove i confini tra la vita reale e la fantasia sono sempre sfumati.