L’aggressione a danno delle forze dell’ordine e l’attacco subito dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Bologna, durante l’Assemblea Annuale dell’Anci, rappresentano una profonda frattura nel tessuto istituzionale e un grave affronto ai valori fondanti della nostra democrazia.
Le parole del Presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, riflettono una disillusione palpabile, un contrasto stridente tra l’auspicio di un dialogo costruttivo – simboleggiato dalla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dall’atmosfera di collaborazione che animava l’assemblea – e la drammatica irruzione della violenza che ha offuscato la ragione.
Questi eventi non sono meri episodi isolati, ma il sintomo di una più ampia crisi di rappresentanza e di fiducia nel sistema democratico.
La strumentalizzazione della protesta, l’abuso del diritto di manifestare per giustificare atti di prevaricazione e aggressione, mina alla base la possibilità di un confronto aperto e pacifico, pilastro essenziale per il progresso civile.
La solidarietà espressa dall’Anci verso le forze dell’ordine ferite e verso la Presidente Meloni non è solo un atto di vicinanza, ma un monito a difendere con fermezza i principi di legalità e rispetto delle istituzioni.
Ogni forma di fanatismo, ogni tentativo di delegittimare il dibattito politico attraverso la violenza, deve essere condannato senza ambiguità.
È fondamentale ricordare che il diritto di manifestare è un baluardo della libertà, un’espressione vitale del dissenso e della partecipazione attiva alla vita pubblica.
Tuttavia, questo diritto si estingue quando si trasforma in un atto di aggressione, in una minaccia alla sicurezza altrui e alla stabilità del Paese.
La democrazia non sopravvive senza un reciproco riconoscimento del valore dell’altro, senza la capacità di ascoltare prospettive diverse e di cercare soluzioni condivise, anche quando le posizioni divergono profondamente.
In un contesto storico segnato da crescenti disuguaglianze, da incertezze economiche e da tensioni geopolitiche, la difesa di questi valori non è un optional, ma un dovere imprescindibile per le istituzioni e per ogni cittadino responsabile.
Richiede un rinnovato impegno nella promozione della cultura della legalità, dell’educazione civica e del dialogo intercostituzionale, al fine di rafforzare il tessuto sociale e di prevenire la radicalizzazione di sentimenti che possono sfociare in atti di violenza.
Il futuro della nostra democrazia dipende dalla nostra capacità di custodire e tramandare questi principi fondamentali, resistendo alle tentazioni di una facile strumentalizzazione e di una retorica aggressiva.







