L’aggressione subita da un agente penitenziario all’interno dell’Istituto Penale per Minorenni dell’Aquila, con una prognosi stimata a quindici giorni, solleva un campanello d’allarme che va ben oltre l’episodio singolo.
Questo evento, condannato con fermezza dai sindacati Fsa Cnpp-Spp, incarnato dai segretari nazionali Giuseppe Merola e Mauro Nardella, è il tragico culmine di un quadro complessivo che evidenzia una crisi profonda nel sistema di giustizia minorile italiano.
Le cifre presentate, a partire dai dati dell’associazione Antigone aggiornati al 15 gennaio 2024, dipingono un contesto allarmante: 496 minori e giovani adulti, di cui una significativa componente straniera (254 individui), ospitati in istituti minorili su tutto il territorio nazionale.
Un incremento preoccupante si registra negli ingressi dovuti a violazioni della normativa sugli stupefacenti, con un balzo del 37,4% in un solo anno, una tendenza che il sindacato attribuisce anche alle recenti modifiche introdotte dal cosiddetto “decreto Caivano”.
Quest’ultimo, pur mirando a rafforzare la tutela della sicurezza, ha ampliato le possibilità di applicazione della custodia cautelare, riducendo l’utilizzo di alternative meno restrittive e potenzialmente più efficaci per il percorso di riabilitazione dei minori.
La denuncia del sindacato si intreccia con le recenti audizioni in Consiglio comunale, dove è emerso un quadro nazionale di crescente difficoltà.
La situazione aquilana, in particolare, è il riflesso di una problematica più ampia che investe la capacità del sistema di garantire sia la sicurezza del personale penitenziario, sia il diritto dei minori a un percorso di recupero e reinserimento sociale dignitoso e costruttivo.
La consigliera comunale del Partito Democratico, Stefania Pezzopane, conferma le preoccupazioni precedentemente espresse, definendo l’aggressione come una dolorosa conferma di profezie, purtroppo avveratesi.
Le segnalazioni di carenze organizzative, strutturali e di organico, che avevano già trovato eco in Commissione e negli atti ufficiali del Consiglio, si sono concretizzate in una realtà tangibile e grave.
Le strutture sono incomplete, i servizi essenziali carenti, i locali inadeguati e l’organizzazione interna lacunosa, elementi che contribuiscono a creare un ambiente fragile e potenzialmente pericoloso.
La consigliera Pezzopane sottolinea la necessità di un’azione decisa da parte del Comune, che deve rappresentare con forza al Governo e al Dipartimento per la Giustizia Minorile la reale situazione dell’Ipm.
L’urgenza è quella di implementare misure concrete: un aumento significativo del personale, il completamento delle strutture e l’adozione di servizi adeguati, per garantire un ambiente sicuro, stimolante e orientato al recupero dei minori.
L’episodio dell’Aquila non può essere considerato isolato, ma deve fungere da monito per un ripensamento complessivo delle politiche di giustizia minorile, orientate a bilanciare la necessità di sicurezza con il rispetto dei diritti dei minori, promuovendo percorsi di riabilitazione efficaci e duraturi.
La sicurezza del personale e il diritto dei minori a una crescita armoniosa non sono scelte alternative, ma obiettivi imprescindibili che richiedono un impegno condiviso e un investimento costante nel futuro del Paese.
L’attenzione si deve focalizzare non solo sulla punizione, ma soprattutto sulla prevenzione e sulla possibilità di offrire ai giovani opportunità di crescita positiva.





