Nel cuore del Parco Eternot, a Casale Monferrato, si erge ora un’opera che trascende la semplice installazione artistica: l’Albero della Sicurezza.
Sorto sulle ceneri dell’ex stabilimento Eternit, questo monumento simbolico si configura come una potente dichiarazione di memoria, un invito alla riflessione e un impegno concreto verso una cultura della prevenzione sul lavoro.
L’iniziativa, nata dalla visione di Francesco Sbolzani per la Fondazione Anmil ‘Sosteniamoli Subito’, si materializza grazie alla collaborazione tra Sistedil, un sistema edile dedicato alla formazione e alla sicurezza, e al significativo contributo di Buzzi Unicem.
Quest’ultima ha fornito caschi, trasformati con maestria in elementi costitutivi dell’albero, elevando il significato dell’opera a un livello ancora più profondo: un’espressione tangibile del cambiamento e del riscatto.
Il Parco Eternot, fin dalla sua concezione, ambisce a essere un luogo di memoria e rinascita, un territorio in cui il passato doloroso si coniuga con la speranza di un futuro migliore.
L’Albero della Sicurezza si inserisce pienamente in questo percorso, sollecitando la collettività a non dimenticare le vite spezzate e le sofferenze causate dall’amianto, ma anche a impegnarsi attivamente per garantire ambienti di lavoro sicuri e dignitosi.
Il sindaco Emanuele Capra sottolinea con acume come l’iniziativa rappresenti l’esito di una positiva sinergia tra istituzioni, enti e imprese locali, un esempio virtuoso di come la collaborazione possa concretizzarsi in azioni di valore sociale.
L’opera non è solo un tributo alle vittime, ma anche una piattaforma per promuovere la consapevolezza e stimolare il dialogo su temi cruciali per il benessere della comunità.
Particolarmente toccante è il commento di Giuliana Busto, presidente dell’Associazione familiari vittime amianto, che sottolinea come l’Albero, con la sua suggestiva associazione al periodo natalizio, si collochi in un luogo carico di significato storico e di profonda ingiustizia.
L’installazione evoca il dramma di operai costretti a lavorare in condizioni disumane, privi di adeguate protezioni e di voce, pagando con la salute e la vita la pretesa di un lavoro dignitoso.
L’Albero della Sicurezza, quindi, è più di un monumento: è un atto di riscatto, un omaggio alle vite interrotte e una promessa di non dimenticare.
È un monito a costruire una società fondata sulla giustizia, sulla salute e sulla tutela del diritto alla vita e alla sicurezza sul lavoro, un diritto inviolabile che non può essere sacrificato sull’altare del profitto o dell’inerzia.
Sia esso simbolo di speranza e di impegno civile per le generazioni future.







