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mercoledì 5 Novembre 2025

Ancona, Festa dell’Unità interrotta: attivisti palestinesi contestano il militarismo

Nel contesto delle celebrazioni per la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate ad Ancona, un gruppo di attivisti del Coordinamento Marche per la Palestina ha interrotto il protocollo cerimoniale con un gesto simbolico: l’esposizione di bandiere palestinesi lungo il percorso che collega il porto al Duomo.
L’azione, documentata in un video diffuso online, si configura come una contestazione diretta alla celebrazione acritica del militarismo e una riaffermazione di solidarietà verso il popolo palestinese.
Il Coordinamento, nella sua dichiarazione, motiva la scelta come prosecuzione di un impegno antimilitarista già manifestato in precedenti iniziative, come la piazza antimilitarista del 2 novembre.
L’azione non è quindi un mero atto di protesta isolato, ma un tentativo di mantenere viva una memoria critica del ruolo delle forze armate, richiamando all’attenzione la necessità di una riflessione profonda sulle cause e sulle conseguenze delle guerre.

L’esposizione delle bandiere, tuttavia, non è passata inosservata.
Gli attivisti denunciano una reazione delle forze dell’ordine definita “sproporzionata e molesta”, con fermi, pedinamenti, identificazioni, perquisizioni e minacce, culminate nell’interruzione dell’azione di protesta da parte di Digos e Celere.
Queste azioni, secondo il Coordinamento, evidenziano la crescente difficoltà di esprimere dissenso e la volontà di soffocare le voci critiche all’interno della società.

La scelta di intervenire proprio durante una giornata di celebrazioni ufficiali ha lo scopo di provocare un dibattito e di interrogare il significato profondo della Festa dell’Unità.
Il Coordinamento, rispondendo alle domande dei passanti incuriositi, ha esplicitamente negato la possibilità di una vera celebrazione in un contesto globale segnato da conflitti e ingiustizie.
La presenza della bandiera palestinese, quindi, non è un atto di provocazione fine a sé stesso, ma un monito: la guerra, il genocidio e la violenza sono fenomeni che ci riguardano tutti e che affondano le loro radici nella produzione e nel commercio di armi, come testimoniato dalle celebrazioni militari ad Ancona.

L’azione di Ancona si inserisce in un più ampio contesto di attivismo internazionale volto a promuovere la giustizia, i diritti umani e la pace, e a denunciare le responsabilità dei governi e delle istituzioni nel perpetuare conflitti e disuguaglianze.
Il Coordinamento Marche per la Palestina si pone come voce di questa coscienza critica, invitando a non dimenticare le vittime della guerra e a lavorare per un futuro più giusto e pacifico.
La bandiera palestinese, in questo contesto, diventa simbolo di speranza e di resistenza, richiamo costante all’imperativo morale di agire per un mondo senza guerre.

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