Un’immagine surreale si staglia nel cuore di Ancona, in piazza del Plebiscito: una porta da calcio, imponente e inattesa, eretta al centro dello spazio pubblico.
Non una porta ordinaria, ma un palcoscenico per un atto di protesta simbolico e potente.
All’interno, i volti di Donald Trump e Benjamin Netanyahu, riprodotti su cartelli, fungono da bersaglio per una valanga di frustrazioni e rivendicazioni.
L’azione, orchestrata dal coordinamento “Marche per la Palestina”, si configura come una risposta diretta a quanto percepito come un’amichevole “compromettente” tra Italia e Israele, un evento che, agli occhi dei manifestanti, incarna una preoccupante deriva politica e una potenziale acquiescenza a dinamiche geopolitiche problematiche.
I partecipanti, un variegato gruppo di cittadini accomunati da una profonda sensibilità per le questioni di giustizia sociale e diritti umani, si alternano a tirare calci di rigore verso i cartelli.
Ogni gol, accolto da un’ovazione spontanea, rappresenta una dichiarazione di sfida, una condanna delle politiche percepite come ingiuste e discriminatorie.
Al contrario, un tiro mancato è punito con un cartellino rosso, un’espulsione metaforica che sottolinea la gravità della situazione.
La protesta non si limita all’azione simbolica della porta da calcio.
Un coro di voci chiede ai bar della piazza di interrompere la trasmissione della partita in corso a Udine, interrompendo così la celebrazione di un evento che, secondo i manifestanti, normalizza e legittima dinamiche politiche inaccettabili.
L’azione in piazza del Plebiscito trascende la semplice opposizione a un evento sportivo.
Si tratta di un atto di resistenza civile, un tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica, di stimolare il dibattito e di rivendicare un futuro più giusto e pacifico, dove i diritti umani e la dignità delle persone siano al centro di ogni decisione politica e sociale.
La porta da calcio, in questo contesto, diventa un’icona potente, un simbolo tangibile della lotta per la giustizia e la solidarietà internazionale.
La protesta, un atto di disobbedienza civile pacifica, si configura come un monito per il presente e una speranza per il futuro.