L’attenzione internazionale del cinema d’animazione si rivolge con crescente interesse verso l’Italia, in vista dei prossimi Oscar del 2026.
Il nostro Paese si presenta con due cortometraggi di animazione che incarnano approcci stilistici e narrativi distinti, entrambi nati da una fervente creatività locale ma con influenze internazionali evidenti.
Il focus è su Bologna, città che si conferma un fertile terreno per la produzione di animazione d’autore, ma anche su una figura che ha saputo costruire un percorso professionale di eccellenza a livello globale.
Il cortometraggio “Playing God”, frutto della collaborazione di un collettivo di artisti bolognesi, testimonia la forza della creazione indipendente e della produzione artigianale.
Realizzato in stop-motion con passione e ingegno sotto i caratteristici portici della città, questo lavoro si distingue per la sua originalità visiva e la narrazione concisa e potente.
L’utilizzo dello stop-motion, tecnica che richiede pazienza e maestria, conferisce al film un’estetica unica e un’atmosfera suggestiva.
Accanto a “Playing God”, emerge la figura di Giovanna Ferrari, animatrice di talento originaria di Bologna, ma ormai residente e operatrice nel panorama internazionale dell’animazione.
Trasferitasi in Irlanda nel 2015, Ferrari ha raggiunto posizioni di rilievo nello studio Cartoon Saloon, un vero e proprio tempio dell’animazione mondiale, noto per la sua attenzione alla qualità artistica e alla narrazione profondamente radicata nelle tradizioni culturali.
La sua esperienza come head of story e disegnatrice in un contesto così prestigioso testimonia il suo percorso di crescita professionale e la sua capacità di integrare influenze diverse.
“Éiru”, il cortometraggio di Ferrari, rappresenta il suo debutto come regista e sceneggiatrice, un’opera che fonde la sua identità bolognese con l’immaginario celtico irlandese.
Il film, ambientato nell’antica Irlanda, racconta la storia di una bambina coraggiosa, dai capelli dal colore infuocato, immersa in un mondo intriso di magia e mistero.
La scelta di Nora Twomey, già candidata agli Oscar per “The Breadwinner”, come produttrice sottolinea l’ambizione e la qualità del progetto.
Twomey, figura di spicco nell’animazione irlandese, porta con sé una profonda sensibilità narrativa e una visione artistica raffinata.
Questi due cortometraggi, pur nella loro diversità di approccio e di estetica, rappresentano un momento significativo per l’animazione italiana, evidenziando il potenziale creativo del nostro Paese e la capacità dei nostri artisti di competere con successo a livello internazionale.
Il percorso di Giovanna Ferrari, in particolare, incarna una storia di successo che dimostra come la formazione e l’esperienza possano essere un ponte tra la creatività locale e il riconoscimento globale.





