La comunità di Soci, nel cuore della provincia aretina, è ancora profondamente scossa dalla prematura scomparsa di Leonardo Ricci, un bambino di soli due anni e mezzo.
La Procura di Arezzo, nel suo impegno a fare luce sulle circostanze che hanno portato alla sua tragica morte avvenuta il 12 novembre 2025, ha disposto una complessa e innovativa perizia tecnica.
L’obiettivo primario è ricostruire digitalmente l’ambiente esterno dell’asilo nido, teatro dell’evento, al fine di determinare con la massima accuratezza le dinamiche che hanno portato al decesso del bambino, soffocato dal laccetto della sua felpa rimasto impigliato in un ramo.
Il team del Raggruppamento Incursori Subacquei e Antiterrore (RIS) di Roma, unità specializzata in indagini complesse e ricostruzioni sceniche, ha effettuato un sopralluogo meticoloso, impiegando tecnologie all’avanguardia.
L’operazione, condotta in presenza dei legali delle cinque persone attualmente indagate per omicidio colposo – personale docente e collaboratori scolastici – ha visto l’utilizzo di droni dotati di scanner laser e di sofisticati sistemi di rilevamento volumetrico.
Questi strumenti permettono di acquisire dati precisi sulla conformazione del terreno, la posizione di alberi, manufatti e qualsiasi altro elemento rilevante per la ricostruzione della scena.
La creazione di un plastico digitale tridimensionale, una vera e propria replica virtuale del giardino, rappresenta un accorgimento investigativo unico, un’occasione irripetibile per analizzare lo spazio e le visuali.
I dati raccolti saranno integrati con fotografie panoramiche a 360 gradi, offrendo una visione completa e immersiva del luogo.
Questo modello virtuale permetterà agli inquirenti di simulare la sequenza degli eventi, valutando la possibilità di un intervento tempestivo e le condizioni che hanno impedito un soccorso immediato.
La complessità dell’indagine richiede una ricostruzione fedele e dettagliata, andando oltre la semplice apparenza per comprendere appieno le interazioni tra il bambino, l’ambiente e gli adulti presenti.
Il sopralluogo, durato diverse ore, si è svolto a porte chiuse, con la partecipazione degli avvocati dei soggetti indagati, alcuni dei quali affiancati da consulenti tecnici.
Il dolore e il turbamento delle maestre coinvolte sono stati messi in evidenza dai loro legali, che hanno sottolineato come la tragedia abbia compromesso la loro capacità di continuare a svolgere l’attività di educatrici.
La vicenda solleva interrogativi profondi sulla responsabilità, sulla sicurezza dei bambini in ambiente scolastico e sulla necessità di protocolli più stringenti per prevenire simili tragedie.
Il plastico digitale rappresenta, in questo contesto, uno strumento cruciale per accertare la verità e fornire risposte alla famiglia del piccolo Leonardo e all’intera comunità.
L’indagine, dunque, prosegue nella sua fase cruciale, alla ricerca di chiarezza e giustizia.






