Nel corso dei primi dieci mesi del 2025, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha destinato una cifra significativa, superiore ai 16,4 miliardi di euro, all’erogazione dell’Assegno Unico e Universale per i figli a carico.
Questa misura, introdotta per semplificare e razionalizzare il sistema di sostegno alle famiglie con figli, ha raggiunto complessivamente 5.999.038 nuclei familiari, corrispondenti a 9.481.007 bambini.
Analizzando l’erogazione media mensile, si rileva un importo di 273 euro per famiglia e 173 euro per ciascun figlio.
Questi dati, apparentemente lineari, celano una realtà più articolata, segnata da profonde disuguaglianze strutturali che si riflettono direttamente nell’ammontare dell’assegno.
Il mese di ottobre 2025 ha visto un’erogazione di 1.626,3 milioni di euro a 5.932.397 famiglie, per un totale di 9.361.548 figli.
I valori medi di quel mese, leggermente superiori rispetto alla media dei primi dieci mesi (274 euro per famiglia e 174 euro per figlio), suggeriscono una possibile stabilizzazione del sistema, sebbene le variazioni individuali rimangano considerevoli.
La struttura dell’Assegno Unico, infatti, prevede una progressività basata sul numero di figli a carico: famiglie monogenitoriali ricevono in media 150 euro, mentre quelle numerose (sei o più figli) percepiscono un sostegno economico più consistente, attestandosi a 1.942 euro.
Questa progressività, pur mirando a sostenere maggiormente le famiglie con maggiori esigenze, solleva interrogativi sulla sua efficacia nel ridurre le disuguaglianze complessive.
Un fattore determinante nell’entità dell’assegno è rappresentato dall’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE).
La fascia di ISEE più ampia (fino a 17.227,33 euro) coinvolge la maggioranza dei beneficiari (4.776.488 figli, corrispondenti a oltre la metà del totale) e riceve un assegno medio di 224 euro per figlio.
In netto contrasto, le famiglie con ISEE superiori a 45.939,56 euro ricevono un importo significativamente inferiore (56 euro per figlio), mentre coloro che non hanno presentato l’ISEE ottengono un bonus temporaneo di 58 euro per figlio, meccanismo volto a incentivare la regolarizzazione della documentazione.
L’analisi approfondita di questi dati rivela una stratificazione complessa all’interno del sistema di welfare, con implicazioni significative per la redistribuzione del reddito e la lotta alla povertà infantile.
La progressività dell’assegno, la sua dipendenza dall’ISEE e le diverse fasce di reddito rappresentano elementi cruciali per comprendere l’impatto reale della misura e per valutare eventuali interventi correttivi volti a ottimizzare l’efficacia e l’equità del sistema di sostegno alle famiglie con figli.
La sfida futura consiste nel garantire che l’Assegno Unico svolga pienamente il suo ruolo di strumento di inclusione sociale e di promozione del benessere delle nuove generazioni.





