sabato 22 Novembre 2025

Atalanta, Palladino all’orizzonte: crisi e futuro in bilico

L’ombra di Raffaele Palladino si allunga sul futuro dell’Atalanta, un’ombra che riflette la crescente inquietudine per la tenuta di una squadra che, solo pochi mesi fa, irradiava ambizioni europee.

Il tecnico campano, precedentemente alla guida della Fiorentina e più volte evocato come potenziale erede di Gian Piero Gasperini durante la pausa estiva, emerge ora come la soluzione più pragmaticamente percorribile per subentrare a Ivan Juric, dopo un inizio di stagione segnato da risultati deludenti.

L’Atalanta, club divenuto sinonimo di calcio propositivo e innovativo, fatica a trovare la propria identità.

Due sole vittorie, contro un Lecce in difficoltà e un Torino privo di slancio, non rendono giustizia al potenziale della rosa e sollevano interrogativi sulla continuità del progetto tecnico.
Il 4-1 inflitto al Lecce e il successivo 3-0 in trasferta contro il Torino, seppur gratificanti, appaiono ormai episodi isolati, incapaci di celare le crepe emersa nelle ultime uscite.

La pesante sconfitta per 3-0 contro il Sassuolo, a coronare una serie negativa iniziata con la debacle a Udine, ha amplificato le voci di un possibile cambio in panchina.
Le dichiarazioni di Juric, pur sottolineando l’assunzione di responsabilità per l’andamento della squadra e la mancanza di un dialogo formale con la dirigenza, non hanno placato le preoccupazioni.
Il silenzio tra allenatore e società, in un momento di crisi, suggerisce una frattura che potrebbe rendere la separazione inevitabile.
La scelta di Palladino non sembra casuale.

Il suo approccio tattico, incentrato sul possesso palla e sulla fluidità di gioco, potrebbe rappresentare un ritorno alle origini del calcio atalantino, in contrasto con la rigidità e la scarsa inventiva che caratterizzano le ultime partite.
Tuttavia, la sfida per il tecnico napoletano sarà ardua: riaccendere la passione dei tifosi, risvegliare il talento dei giocatori e, soprattutto, ricostruire un’identità di gioco che sembra essersi smarrita, preservando al contempo il DNA atalantino di coraggio, sacrificio e ricerca costante del bello nel calcio.

La sua capacità di interpretare e dare una nuova direzione a un progetto ricco di talento ma in crisi sarà il vero banco di prova.

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