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Baby gang a Milano: aggressione, rapina e minacce al quindicenne.

L’ordinanza del Giudice per i Minorenni di Milano ha confermato la legittimità dell’arresto e disposto la detenzione cautelare per tre adolescenti, unitamente a un individuo ventenne, responsabili di un brutale episodio di aggressione e rapina ai danni di un ragazzo quindicenne.
L’incidente, avvenuto nella vivace area di Corso Buenos Aires, ha visto la baby gang perpetrare un’escalation di violenza protrattasi per circa venti minuti, culminata con la sottrazione forzata di indumenti (un giubbotto e delle scarpe) e di un dispositivo mobile.

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L’azione criminale non si è limitata alla materialità della rapina.

I giovani, con un’escalation di minacce esplicite e intimidatorie rivolte alla famiglia della vittima, hanno tentato di estorcere una somma di denaro – cento euro – tramite la ricarica di una carta prepagata, minacciando la sicurezza fisica del ragazzo.
L’episodio solleva interrogativi profondi sulla crescente escalation di violenza minorile e sull’utilizzo di dinamiche estorsive che coinvolgono anche i genitori delle vittime.
Le indagini condotte hanno permesso di ricostruire la sequenza degli eventi e di identificare i quattro responsabili, i quali sono stati sottoposti a un interrogatorio approfondito presso il Centro di Prima Accoglienza del Beccaria.
La complessità della situazione è amplificata dalla presenza di una quindicenne all’interno del gruppo, la quale sarà trasferita in una struttura con una sezione dedicata alle ragazze, presumibilmente per garantire una gestione più adeguata e per separarla dagli altri soggetti coinvolti.

Il provvedimento restrittivo è stato esteso anche al maggiorenne, sottolineando la responsabilità condivisa nell’aggravarsi della situazione.

L’evento pone l’attenzione sulla necessità di un’analisi multidisciplinare delle cause che portano i minori a compiere atti di tale gravità.

Si tratta di un fenomeno complesso che richiede un intervento sinergico tra servizi sociali, scuole, famiglie e istituzioni giudiziarie, con l’obiettivo di offrire percorsi di recupero e riabilitazione, prevenendo il rischio di recidiva e offrendo un supporto concreto alle vittime e alle loro famiglie.

La vicenda evidenzia, inoltre, la crescente necessità di programmi di prevenzione che promuovano l’educazione alla legalità, il rispetto del prossimo e la gestione costruttiva dei conflitti.

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